“Lasciate in pace Barron”, Chelsea Clinton difende il figlio di Donald Trump che, dopo l’insediamento del padre alla Casa Bianca è finito (di nuovo) nelle grinfie degli haters del web. Eppure la figlia di Hillary e Bill Clinton non resiste alla tentazione di attaccare il presidente eletto. Tutto in solo, e discusso, twitt.
Chelsea, che è stata forse la “first daughter” più famosa degli ultimi vent’anni, sa bene cosa vuol dire vivere sotto la pressione dei media e della politica. E ha rivolto ai critici di Barron, che imputavano a un bimbo di dieci anni la “mancanza di coinvolgimento” durante l’inaugurazione del mandato presidenziale paterno, un appello: “Barron Trump merita, come tutti i bambini, la possibilità di vivere come un ragazzino normale”. E poi aggiunge l’attacco politico, nemmeno troppo velato: “Battersi per i diritti di tutti i bambini vuol dire anche opporsi alle politiche del presidente che colpiscono i diritti dell’infanzia”.
È riuscita nell’impresa, così, di far arrabbiare tutti. Dai sostenitori di Trump che l’hanno bollata come ipocrita perché con la scusa di difendere Barron lancia attacchi politici fino a quelli che le hanno chiesto, in risposta al suo impegno, di chiedere conferme della bontà delle politiche adottate negli anni al vertice delle istituzioni americane dai suoi genitori “ai bambini di Haiti, quelli che sono sopravvissuti”.
Su Barron Trump è (ancora) in corso un dibattito che è a dir poco stucchevole, già sfociato in una lunga serie di attacchi di cattivissimo gusto.
Che hanno raggiunto l’apice quando le personalità più brillanti dello star-system (come l’attrice e attivista Lgbt Rosie O’Donnell), schieratosi in assetto da battaglia per la Clinton, hanno adombrato sospetti sul presunto autismo del bambino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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