Baku (Azerbaijan) La nuova sede della Socar, società produttrice di petrolio e gas naturale di proprietà statale dell'Azerbaijan, si trova sull'autostrada che congiunge il centro storico di Baku all’aeroporto Heydar Aliyev. Un edificio a specchio di 37 piani che si avvita su se stesso e sembra proiettarsi verso il cielo. Un investimento importante, reso necessario dalla continua espansione dell'azienda. All’interno dell’edificio incontro Vitaliy Baylarbayov, Deputy-Vice-president di Socar.
Socar sta puntando a riavviare i negoziati per l'acquisizione della DESFA, gestore di condutture per il trasporto del gas naturale. A che punto sono le trattative?
Più che di trattative parlerei di lavoro comune tra la Socar, le autorità greche di controllo e privatizzazione e il governo della repubblica greca. Stiamo cercando di trovare una soluzione che tenga conto delle necessità del governo, di quelle dei cittadini e di quelle degli acquirenti, ovvero della Socar e del nostro previsto partner, la Snam, che condivide molte delle nostre idee per il futuro della DESFA. Non si arriverà a una soluzione con delle trattative, bensì ragionando assieme sul valore di DESFA, sui suoi piani di investimento e di entrate, sulla struttura manageriale e su molti altri parametri. Quello che tre anni fa pianificavamo per questa azienda è ovviamente cambiato in seguito al cambiamento di condizioni legislative in Grecia. Ciò che è necessario capire ora è come sviluppare la DESFA in futuro. Quest'azienda, che è un sistema di condutture con enormi potenzialità, richiede importanti investimenti, che noi e la Snam siamo pronti a fare. Abbiamo solo un mese per fare tutto questo. Abbiamo grandi progetti per il futuro. Anche se la Snam non è ufficialmente protagonista di questo progetto, condividiamo parecchie informazioni con loro in quanto futuro partner strategico del progetto.
Quali sono i benefici che il Tap (Trans Adriatic Pipeline) portetrà all'Europa e, soprattutto, all'Italia?
Molti. Innanzitutto ci saranno importanti benefici strategici per tutto il Paese. Il corridoio meridionale del gas e il suo ramo europeo, Tap, congiungeranno i clienti europei, in particolare quelli italiani, ai produttori dell'Azerbaijan e potenzialmente ad altri produttori dell’Asia centrale, di Israele, dell'Iran, dell'Iraq e di qualsiasi altro Paese interessato a far passare il gas per questi condotti. Ci saranno vantaggi soprattutto per il mercato italiano, che riceverà il gas dall’Azerbaijan, inclusi prezzi competitivi, forniture stabili, fattori fiscali, che nel complesso avranno un'influenza positiva sull'economia italiana. Noi, inoltre, non abbiamo nessun pregiudizio: siamo aperti a tutti coloro che vogliono lavorare con noi. Sia in Medio Oriente che in Europa. Crediamo nel fatto che ci debba essere libertà nel commercio e libertà negli investimenti. Solo nel periodo di costruzione del Tap e del suo collegamento con il sistema Snam già in azione, verranno impiegate almeno 20mila persone, creando così posti di lavoro in Puglia; nel corso delle operazioni Tap a lunga scadenza si creeranno anche posti di lavoro permanenti. Ci sono anche vantaggi molto evidenti per le società italiane scelte come subappaltatori. Hanno già ricevuto da noi contatti per un valore di oltre sei miliardi di euro! Ci sono anche vantaggi dal punto di vista dell'impiego e da quello fiscale per le comunità locali e la loro popolazione. Non sappiamo ancora quale sarà il prezzo del gas, nessuno lo sa perché seguirà gli andamenti del mercato. Ma sarà certamente piuttosto competitivo in confronto alle altre fonti. Quello che è importante è avere molti competitors dato che, in tal modo, il prezzo dovrà essere abbassato.
L'Azerbaijan è un Paese dotato di grandi risorse energetiche, in particolare gas e petrolio. State lavorando anche su altre forme di energia?
Certamente. Non siamo avanti come con il gas e il petrolio, che abbiamo iniziato a produrre già dalla metà del XIX secolo, ma ci stiamo lavorando. Lo Stato, tramite la recente Agenzia statale per l'adozione di forme di energia alternativa, sta sviluppando impianti di energia solare ed eolica, già ben visibili nei dintorni di Baku.
La scritta Socar compariva sempre durante gli scorsi Europei. Come mai avete deciso di investire nel mondo del calcio?
Perché qui in Socar ci sono molti appassionati di sport e soprattutto di calcio che credono che se il calcio verrà sponsorizzato all'interno e all’esterno del Paese verrà anche apprezzato maggiormente in Azerbaijan, dove esistono anche le condizioni climatiche ideali per questo gioco. La decisione di investire in pubblicità non riguarda solamente il gioco del calcio, ma anche la Socar stessa. Quante persone ci conoscevano in Italia prima degli Europei? Certamente gli specialisti. Gli altri no. Con il calcio cerchiamo di raggiungere un numero maggiore di persone. Ma abbiamo deciso di investire non solo sul calcio, dato che il nostro nome appare anche durante le gare di Formula 1, i campionati di judo, quelli di scacchi, i combattimenti di lotta libera e i campionati europei. Lo sport riveste un ruolo di rilievo nel mondo e decisamente noi ne facciamo parte.
“La Socar ha ambizioni mondiali”, ha detto Rovnag Abdullayev, presidente di Socar. Come avete intenzione di raggiungere questi obiettivi?
Certamente la Socar ha ambizioni mondiali e alcune di queste le abbiamo già raggiunte. La nostra azienda è molto attiva nel mantenere buoni rapporti tra l’Azerbaijan e i nostri vicini.
Vogliamo rendere la nostra presenza ancora più forte in Georgia e Turchia, dove già siamo i maggiori investitori, e nelle più distanti Grecia e Bulgaria, Italia e Svizzera, dove già abbiamo una notevole presenza, e miriamo a diventare i più grandi tra i membri delle società produttrici di energia. Vogliamo aumentare le nostre attività con questi Stati e stiamo cercando di aprirci a nuovi Paesi, come nel caso dell'Albania e di altre nazioni sud europee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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