Una città più attraente, più affascinante con strade pulite dove tutto appaia in ordine. Questo quanto sta avvenendo a Kigali, capitale del Ruanda. Il Paese ribattezzato la “Svizzera d'Africa”, sta attuando delle politiche di miglioramento del decoro cittadino. Ma, a che prezzo tutto ciò?
Stando a quanto denunciato dalla Ong Human Rights Watch, il governo ruandese starebbe effettuando una politica di “pulizia” sociale. Arresti arbitrari tra le fasce più deboli e indigenti del Paese, e detenzione degli arrestati in un centro non regolare. Queste le gravi accuse che l'organizzazione internazionale muove al Paese africano. Prostitute, senza tetto e altre categorie umane che il governo definisce “indesiderabili” sono soggette ad arresti continui,e il tutto per promuovere l'immagine di una capitale più pulita e decorosa.
Nel documento dell'ong si legge ''Le autorità rwandesi stanno arrestando arbitrariamente e detenendo illegalmente alcuni fra i soggetti più vulnerabili, trattenendoli in un centro di detenzione non ufficiale'' e poi proseguendo '' è una politica non ufficiale attraverso la quale le autorità tengono persone che giudicano “indesiderabili” lontano dalla sguardo pubblico''. Poi nel testo si evince anche che dal 2011 ad oggi nel carcere fantasma sono transitate più di mille persone, fino all'anno scorso anche bambini, e inoltre vengono denunciati maltrattamenti e condizioni igenico sanitarie estreme.
Il governo attraverso il Ministro della Giustizia Johnston Busingye ha replicato a Human Rights Watch dicendo '' Non è un centro di detenzione ma di riabilitazione dove le persone vengono trattenute per brevi periodi prima di essere inserite in programmi rieducativi a lungo termine''.
In ogni caso sulla vicenda occorrerà far
luce, per ora rimane l'ombra di una violazione dei diritti umani e di una persecuzione nei confronti di una fascia della popolazione e il tutto, in un Paese, che sembra quindi non aver appreso molto, dal suo passato recente.
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