Un dossier pubblicato di recente in Germania accusa il governo Merkel di avere fatto entrare nel Paese, a partire dal 2015, "migliaia di responsabili di crimini contro l'umanità".
Il rapporto in questione, realizzato dall’Ufficio federale per i migranti e i rifugiati (Bamf) in collaborazione con una commissione parlamentare d’inchiesta, accusa pubblicamente la cancelliera di lassismo. Ad avviso degli autori del documento, negli ultimi quattro anni "oltre 7mila criminali di livello internazionale" sarebbero riusciti a entrare in territorio tedesco semplicemente "spacciandosi per profughi". Le autorità di Berlino non avrebbero infatti condotto “alcun accertamento” sul passato di tali soggetti, mescolatisi tra i cittadini siriani, iracheni e afghani che negli ultimi anni hanno presentato ai funzionari federali istanza di asilo politico.
Tra gli individui entrati nel Paese grazie agli "scarsi controlli" imputabili all’esecutivo Merkel vi sarebbero "ex soldati di Assad, ex funzionari dei servizi segreti di Saddam Hussein ed ex capi talebani", tutti autori, nelle rispettive nazioni, di "torture, stupri di massa e stragi". Il documento esorta quindi la magistratura tedesca ad avviare immediatamente dei procedimenti a carico di questi soggetti dal passato oscuro.
Ad avviso degli estensori del dossier, i giudici federali, anche se i reati in questione non sono stati commessi in Germania, sarebbero assolutamente competenti a punire le migliaia di criminali stranieri stanziati nel Paese, in quanto troverebbe applicazione il principio della "giurisdizione penale universale contro le gravi violazioni del diritto delle genti".
La pubblicazione del documento ha subito infiammato il dibattito politico al Bundestag, con i partiti di opposizione che hanno contestato duramente la Merkel. Ad esempio, la liberale Linda Teuteberg, membro dell'Fdp, ha biasimato le autorità federali per avere finora perseguito una strategia dell'"accoglienza indiscriminata", mentre i nazionalisti di AfD hanno accusato la cancelliera di avere trasformato la Germania nel “paradiso dei peggiori delinquenti mondiali”.
Il primo esponente dell’esecutivo di Berlino a reagire alle critiche contenute nel dossier appena pubblicato è stato Horst Seehofer, ministro dell’Interno. Egli, dopo avere ammesso le "significative disfunzioni" verificatesi finora sul fronte della gestione governativa dei flussi migratori, ha però dichiarato che il documento realizzato dal Bamf e dalla commissione parlamentare d'inchiesta sarebbe connotato in alcuni punti da "conclusioni palesemente approssimative".
Secondo il ministro, il numero di finti profughi, presenti sul territorio nazionale, colpevoli nei Paesi di origine di gravi reati non rientrerebbe affatto nell’ordine
delle migliaia, ma sarebbe invece molto più basso. Egli, nel suo commento al contenuto del dossier, non ha però indicato la reale cifra degli stranieri, stanziati oggi in Germania, responsabili di crimini contro l'umanità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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