Ecco chi è Edouard Philippe, nuovo primo ministro francese

Laureato a Sciences Po e specializzato all'Ena, Edouard Philippe si è avvicinato alla politica al fianco di Michel Rocard (socialista), poi la svolta a destra con Alain Juppè

Ecco chi è Edouard Philippe, nuovo primo ministro francese

Il nome di Edouard Philippe circolava già da settimane. Sindaco di Le Havre e deputato del partito Les Republicains, è stato nominato primo ministro francese da Macron. Nato a Rouen nel 1970, figlio di insegnanti, si è laureato a Sciences Po e subito dopo ha frequentato l’Ena, la scuola della pubblica amministrazione francese, dal 1995 al 1997. Il suo debutto in politica è al fianco di Michel Rocard, primo ministro socialista di François Mitterand. L'impegno di Philippe dunque nasce nella sinistra moderata, con una svolta a destra, nell'Ump, dopo che Rocard fu allontanato dalla guida del Ps.

In seguito Philippe ha lavorato fianco a fianco di Alain Juppè, negli anni della nascita dell’Ump, il partito neogollista fondato nel 2002, poi trasformatosi in "Les Republicains" (2015). Dal 2010 Philippe è sindaco di Le Havre, oltre a essere deputato, rappresentante della 7^ circoscrizione della Seine-Maritime.

Dell'infanzia e giovinezza ricorda alcune regole ferree: "Vietato danneggiare i libri, l'unico bene di lusso della famiglia", "è vietato criticare gli insegnanti", "è meglio ottenere buoni voti a scuola". Poi la maturità a Bonn, in Germania, dove suo padre era stato trasferito come direttore della scuola francese. Dopo un anno di preparazione entra all'università, Sciences Po, dove trascorre "tre anni da sognio" e nei quali scopre il fascino della capitale. Tra i banchi dell'ateneo si innamora del diritto: "Richiede il ragionamento, la logica, l'eloquenza e rigore nella scrittura".

Dopo la specializzazione all'Ena, che termina nel 1997, inizia la carriera al Consiglio di Stato, specializzandosi in diritto commerciale. Vi resta per cinque anni, ma il suo desiderio di occuparsi della "cosa pubblica" aumenta sempre più. Un desiderio che provava già da ragazzo, quando con suo padre seguiva i talk show politici su Antenne 2.

L'incontro che gli cambia la vita è nel 2001 con un politico di lungo corso, Antoine Rufenacht, sindaco di Le Havre. È il primo cittadino a chiamarlo. Gli propone di entrare in lista come consigliere comunale. Una volta eletto gli viene affidato il ruolo di vice responsabile nell'ufficio Affari giuridici. La sua prima battaglia elettorale importante ha luogo nel 2002, appena dopo il suo matrimonio. Dà l'assalto ad una circoscrizione inespugnabile, la 8^ della Seine-Maritime. Quello stesso anno Alain Juppé gli propone di partecipare alla fondazione dell'Ump, partito moderato che punta a riunire tutte le formazioni politiche del centro destra. Philippe ricopre l'incarico di dirigente fino alle dimissioni forzate di Juppé, avvenute nel 2004. Successivamente svolge l'attività di avvocato, in un grande studio, e viene eletto consigliere regionale dell'Haute-Normandie (2004-2008).

Il rapporto con Juppé ormai è consolidato. Entra nel suo gabinetto, al ministero dell'Ecologia e dello Sviluppo. Il 24 ottobre 2010 il conciglio comunale di Le Havre lo elegge sindaco, dopo le dimissioni di Rufenacht. Incarico che svolge in concomitanza con quello di deputato, della 7^ circoscrizione Seine-Maritime. Nel 2016 fa parte dello staff elettorale di Juppè, per le primarie del partito "Les Républicains". E sempre lo stesso anno partecipa alla riunione de gruppo Bilderberg.

All'inizio di marzo di quest'anno, nel quadro dello scandalo Fillon, lascia la squadra del candidato del centrodestra alla

presidenziali. E rinuncia a ripresentarsi in parlamento nel rispetto del divieto di cumulo di mandati. Una pausa breve dall'imopegno diretto in politica, visto che macron lo chiama dopo poco per la guida del suo primo governo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica