I parà in Iraq contro il Califfo addestrano i miliziani curdi

Per la prima volta si aprono le porte della missione nel Kurdistan, dove gli italiani lavorano con i peshmerga

I parà in Iraq contro il Califfo addestrano i miliziani curdi

"Viva il Kurdistan, viva l’Italia" gridano i combattenti curdi in mimetica. I paracadutisti italiani con il basco amaranto della Folgore li hanno appena fatti “pompare” con un po’ di flessioni.

Gli orgogliosi Peshmerga, che hanno combattuto mille guerre fin dai tempi di Saddam, sono ben felici di farsi addestrare dai nostri soldati. Dallo scorso gennaio è iniziata la missione Prima Phartica, un nome di antichi fasti romani, con circa 200 istruttori della Folgore dispiegati nel nord dell’Iraq.

L’Italia è schierata sul terreno contro la minaccia del Califfato con l’addestramento delle forze curde, che combattono su un fronte di mille chilometri. Una lunga trincea che va da Kirkuk a Mosul, la capitale irachena dello stato islamico, fino al confine con la Siria.

Per la prima volta si aprono le porte della missione ad Erbil, dove i nostri soldati dormono nelle tende. Nella base la sveglia per i paracadutisti del 187° reggimento Folgore suona prima dell’alba. Tutti hanno il volto coperto per non farsi riconoscere dai terroristi, che hanno già minacciato un addestratore europeo minacciando anche la sua famiglia. I parà si muovono con il buio per raggiungere le aree addestrative del Kurdistan iracheno

La missione è formare le reclute dei Peshmerga, che significa votati alla morte. L’obiettivo è arginare l’espansione del Califfato.

“Li prepariamo a lottare contro l’Isis (lo Stato islamico ndr) e a sopravvivere al fronte” spiega Giampaolo il giovane capitano che comanda

una quarantina di istruttori italiani. I paracadutisti si infilano nei camminamenti con i peshmerga per mostrare come si combatte nella guerra di trincea. E li addestrano a sparare e attaccare per fermare le bandiere nere.

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