L'aeroporto di Damasco, in Siria, è stato colpito da un'enorme esplosione questa mattina poco prima dell'alba.
Secondo l'esercito siriano la responsabilità sarebbe da attribuire ad Israele. Una fonte militare, citata dall'agenzia ufficiale Sana, ha dichiarato che "una postazione militare a sudovest dell'aeroporto di Damasco all'alba è stata obiettivo di un'aggressione israeliana con razzi sparati dal territorio occupato"
Fonti vicine ad Hezbollah libanese parlano invece di un raid dell'aeronautica militare di Tel Aviv. Secondo le prime ricostruzioni degli osservatori internazionali la deflagrazione è stata così potente da essere udita fino al centro della capitale siriana, 25 chilometri a nord-ovest dello scalo. L'esplosione ha provocato un vasto incendio all'interno del perimetro dell'aeroporto ma al momento non ci sono vittime confermate.
La televisione di Hebzollah Al-Manar ha parlato di un raid israeliano, confermando che il blitz ha provocato solo danni materiali ad un deposito di combustibile e a un magazzino. Secondo gli ttivisti dell'Osservatorio siriano dei diritti umani, invece, ad essere colpito sarebbe stato un deposito di armi appartenenti ad Hezbollah.
Israele non conferma né smentisce
Il ministro di Israele per i servizi, Israel Katz, parlando alla radio militare non ha né confermato né smentito le accuse, limitandosi a dire che l'azione potrebbe essere "coerente con la politica di Tel Aviv" di prevenzione dei movimenti di trasferimento di armi.
Nell'aprile 2016, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu aveva ammesso diversi raid militari contro
depositi o convogli di armi di Hezbollah sulla strada che collega Damasco al Libano. Il 17 marzo però l'antiaerea del regime di Bashar Al-Assad aveva reagito sparando missili del sistema S-200 verso Israele.
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