Per i terroristi dello Stato islamico addestrarsi in Turchia è molto più sicuro rispetto a farlo in Siria. Lo rivela Abdurrahman Abdulhadi, un ex combattente dell'Isis catturato dai peshmerga curdi e intervistato da Russia Today.
"Sembra che siano nemici, tuttavia, sono gli amici", racconta Abdurrahman, che ha un fratello che sta ancora combattendo in Siria assieme alle bandiere nere del Califfato. "Nell'agosto del 2014, mi allenavo nella città turca di Adana con uno degli emiri dell'Isis", ha detto Abdulhadi, che ha anche spiegato che l'addestramento fornito dal Califfo avveniva "non lontano dall'aeroporto".
Uno degli istruttori di Abdulhadi parlava turco, così è stato necessario l'intervento di un interprete: "Una volta alla settimana avevamo lezioni in cui ci insegnavano a usare kalashnikov, mitragliatrici e altre armi. Siamo stati addestrati in Turchia perché il comando dell'Isis pensava fosse più sicura rispetto alla Siria".
Ad Abdulhadi è stato affidato il compito "di incontrare le reclute appena arrivate dalla Siria. Dopo l'allenamento le abbiamo inviate nella città turca di Urfa.
Da lì le reclute sono state trasferite attraverso il confine siro-turco a Raqqa. E da lì in seguito in tutta la Siria". Il prigioniero ha anche raccontato di come i terroristi trasportino le armi nascondendole in camion civili che vanno e vengono dalla Turchia allo Stato islamico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.