Era il 12 febbraio 2013 quando un gruppo di femen fece irruzione a Notre Dame per festeggiare la rinuncia di Benedetto XVI al soglio pontificio. Otto attiviste entrarono nella cattedrale, si spogliarono e, a seno nudo, urlarono il loro slogan: "Non vogliamo più il Papa". Non paghe del loro blitz, rovinarono pure – a colpi di bastone – la preziosa campana "Marcel" esposta in occasione degli 850 anni di età della bellezza architettnica gotica.
Bene, oggi, a sei anni e rotti di distanza, Emmanuel Macron ha pensato bene di nominare una di quelle otto come consulente del consiglio per l'uguaglianza tra maschi e femmine, di fresca istituzione.
Si tratta della femen franco-ucraina e casse 1990 Inna Shevchenko, che andrà così a rimpolpare la schiera di membri al servizio del Segretariato dell'uguaglianza e della lotta contro le discriminazioni, presieduto da Marlène Schiappa (1982), fedelissima del presidente francese, nonché femminista tutta d'un pezzo, oltre che – come riporta La Verità – scrittrice di romanzi a luci rosse. Un organo del governo transalpino che ha il compito di prevenire, gestire e risolvere le problematiche di genere, sessismo e omofobia.
Il presidente dell'associazione francese Iae au feminin, agnes Cerighelli, riferisce Tempi, sbotta per la nomina della sex-stremista Shevchenko: "Perché nominare la leader ucraina delle Femen al Comitato consultivo sull'uguaglianza? Questa attivista radicale, che parla un francese mediocre e difende un femminismo misandro e cristianofobo, non
rappresenta in alcun modo il femminismo francese. Non fa che gettare discredito sulla causa delle donne…". Insomma, l'ennesima scelta-nomina di divisa di Macron, che ancora una volta fa discutere - e non poco - in patria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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