Il Front National ha il vento in poppa anche se le presidenziali del 2017 non sono proprio dietro l'angolo. Il partito di Marine Le Pen cerca di tenere accesa l'attenzione intorno a sé e, al contempo, lima il proprio programma, che non può limitarsi alla contestazione dello status quo e all'antieuropeismo spinto. Deve offrire qualcosa di più. Per questo, come scrive ItaliaOggi, la destra estrema francese ha deciso di aprire un canale diplomatico che potrebbe essere molto importante in chiave futura: non si tratta di quello (ormai arcinoto) con la Russia di Putin, ma di un rapporto speciale con "gli amici arabi". E il tema forte per eccellenza, in grado di attirare simpatie in quel mondo, è la "questione palestinese". Per questo motivo due dirigenti, Marion Maréchal-Le Pen e Aymeric Chauprad, hanno fatto pubblicare un testo pro Palestina su un quotidiano egiziano. Nell'articolo si legge che l'avvento al potere del Front National "segnerà un'autentica rottura con la politica estera condotta da diversi decenni dai governi francesi". Niente più allineamento sistematico alla politica di Washington, e niente più "ingerenze illegittime" in Iraq, Afghanistan e Libia.
La posizione del Fn non cambia: rispetto delle sovranità nazionali ed equilibrio in un mondo bipolare. Ma qual è la posizione del Front National sulla guerra infinita tra israeliani e palestinesi? Nessuno, si legge nell'articolo, può sostituirsi ai diretti interessati nel tracciare il futuro del Medio Oriente. E non può farlo neanche "l'arrogante Europa" che intende "decretare per voto una soluzione alla guerra". Al contempo, però, riemerge la classica posizione della destra nazionalista francese (e anche italiana), che da sempre sposa la causa del popolo palestinese. Alla fine emerge una posizione sostanzialmente moderata: viene ribadito il diritto di esistere dello Stato di Israele, e si sottolinea la necessità di accettare la storia e la specificità della Terrasanta, "sacra per ebrei, cristiani e musulmani". Inoltre i due esponenti del Front National prendono le distanze da Hamas e affermano che tale movimento non può essere considerato "forza dominante" tra i palestinesi. Si ribadisce, inoltre, che l'unico scopo di Hamas è quello di spazzare via dalle carte geografiche Israele, "sradicando l'entità sionista da una carta puramente islamica che sogna per il Vicino Oriente". Al contempo l'estrema destra francese chiede a Tel Aviv di riconoscere uno Stato palestinese "territorialmente coerente", cioè non spezzettato da centinaia di check point e territori occupati. Insomma, la linea è questa: due popoli, due Stati.
Ai palestinesi il Fn chiede di prendere le distanze dai terroristi, rinunciare al ritorno di tutti i rifugiati (si evoca il realismo demografico) e di diventare uno "Stato nazionale laico", mettendo da parte ogni distinzione religiosa.
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