La Gran Bretagna non è più un Paese cristiano e dovrebbe smetterla di comportarsi come se ancora lo fosse. Sono queste le conclusioni del rapporto della Commissione sulla Religione e la Fede nella Vita pubblica, presieduta dall'ex giudice e baronessa Elizabeth Butler-Sloss. Dopo due anni di lavori che hanno coinvolto anche i principali leader religiosi del Paese, la Commissione ritiene che il continuo declino nelle presenze di fedeli cristiani nelle chiese e l'ascesa dell'Islam e di altre fedi debbano portare ad un "nuovo assetto" della religione nel Regno Unito, dando maggiore spazio nelle istituzioni alle voci laiche e a quelle appartenenti a culti non cristiani. Il rapporto, riferisce la stampa britannica, è stato aspramente criticato da vari esponenti di governo, che lo hanno bollato come "gravemente fuorviato". Mentre per la Chiesa anglicana le conclusioni della Commissione sono state "dirottate" dalle posizioni umaniste.
La Commissione ritiene, tra l'altro, che le scuole religiose siano "socialmente divisive" e suggerisce l'abolizione dei criteri di ammissione in base alla fede religiosa degli alunni. Il rapporto è inoltre favorevole ad un taglio nel numero di vescovi anglicani presenti nella Camera dei Lord a favore di imam, rabbini, pastori evangelici e ministri del culto di altre religioni non cristiane. La funzione religiosa per l'incoronazione del prossimo monarca britannico, afferma ancora la Commissione, dovrebbe essere riformata, includendo anche la presenza di altre fedi.
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