La Germania ci riprova. Come riportato dal quotidiano “Izvestija”, attraverso una comunicazione inoltrata dall’ambasciata tedesca a Mosca, ha chiesto nuovamente alla Russia la restituzione di quei beni culturali sottratti alla conclusione del secondo conflitto mondiale.
Con un esplicito riferimento alla convenzione dell’Aja del 1907, i richiedenti fanno appello alla norma secondo cui i beni culturali non dovrebbero rientrare nelle categorie di oggetti che possono esser trattenuti per compensare le perdite militari.
I “beni” a cui fa riferimento la nota sono in particolar modo i reperti archeologici portati alla luce da Heinrich Schliemann, il tesoro preistorico di Eberswalde ed una serie di monili in oro relativi al IX secolo a.C.
Per rendere più forte il messaggio di richiesta, nella nota dell’ambasciata si fa riferimento a quattro oggetti appartenenti alla categoria dei beni culturali restituiti alla Russia dalla Germania nel 2017, ovvero i quadri sottratti dal Palazzo di Gatčina nel 1944.
La replica arriva da Mikhail Shvydkoi, rappresentante presidenziale della cooperazione culturale internazionale, che ha negato la possibilità di parlare di “scambi” prima che sia ripreso un dialogo anche di natura politica tra i due Stati. Dopo questa premessa, Shvydkoi ha voluto ricordare una legge emanata ad hoc nel 1998, dove si parla proprio degli oggetti d’arte ottenuti durante la Seconda guerra mondiale. Tali oggetti, nella stragrande maggioranza dei casi, fanno parte ormai del patrimonio culturale russo e non possono essere spostati in altri paesi.
Tra l’altro, ricorda il rappresentante presidenziale, durante il
conflitto centinaia di migliaia di oggetti dell’allora Unione Sovietica, afferenti alla categoria dei beni culturali, sono finiti distrutti o depredati, e solo poche decine hanno fatto ritorno in patria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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