Tensione altissima al Palazzo di vetro. L'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, in vista del voto all’Assemblea generale i cui si chiede a Trump di ritirare la dichiarazione con cui gli Usa hanno riconosciuto Gerusalemme capitale d’Israele, manda un avvertimento: "Ci segneremo i nomi". Su un’analoga proposta di risoluzione gli Usa hanno posto il veto lunedì scorso in seno al Consiglio di sicurezza, isolati rispetto agli altri 14 membri che hanno votato tutti a favore. Già ieri la Haley aveva definito "un insulto" il semplice fatto che tale mozione sia stata presentata in Consiglio di sicurezza.
"All’Onu ci viene sempre chiesto di fare e dare di più", ha scritto la Haley su Twitter. "Quindi quando prendiamo una decisione, per volere del popolo americano, su dove localizzare la nostra ambasciata, non ci aspettiamo che coloro che abbiamo aiutato ci prendano di mira. Giovedì ci sarà un voto per criticare la nostra scelta. Gli Usa prenderanno i nomi", ha avvertito la diplomatica americana con parole estremamente dure. La risoluzione che l’Assemblea generale dell’Onu non è vincolante, il suo valore sarà soprattutto simbolico.
La Haley aveva già usato un tono minaccioso lo scorso gennaio, poco dopo l’insediamento della nuova amministrazione Trump, avvertendo i Paesi Onu a non mettersi di traverso rispetto alle posizioni degli Stati Uniti.
Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, a margine di un incontro con il presidente di Gibuti Ismail Omer Guelleh, ha annunciato che la Turchia avrebbe portato la questione relativa la divisione di Gerusalemme dinanzi
l’assemblea Generale dell’Onu. Il presidente ha poi invitato le Nazioni Unite a "proteggere" lo status di Gerusalemme, assicurando che la Turchia "continuerà a seguire da vicino" le problematiche relative la città santa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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