I documenti riservati della Ue: in Libia previste azioni a terra

WikiLeaks svela le regole d'ingaggio: l'obiettivo non è salvare gli immigrati, ma colpire gli scafisti. Anche con la forza

I documenti riservati della Ue: in Libia previste azioni a terra

La Libia è sempre più una polveriera. Terra di nessuno dopo lo scempio fatto dall'asse Francia-Stati Uniti per deporre Muhammar Gheddafi, il Paese nordafricano è conteso da due governi contrapposti, quello "ufficiale" di Tobruk e quello islamista di Tripoli, e da una schiera di miliziani, jihadisti e tribù senza alcuno scrupoli. Da tempo l'Unione europea sta alla finestra a guardare senza muovere un dito. L'avanzata dello Stato islamico e l'emergenza immigrazione ha obbligato Bruxelles a scendere in campo. Tanto che, stando ai documenti pubblicati questa notte da WikiLeaks e che ilGiornale.it ripropone, si starebbe delineando una vera e propria missione militare .

Stando ai due protocolli riservati dell'Unione europea, il piano d'azione dell'a missione Eunavfor Med non sarebbe limitata al Mar Mediterraneo, ma si estenderebbe anche a un'azione via terra "contro infrastrutture civili in Libia per fermare il flusso di migranti". La durata della missione, che si svilupperà su tre fasi, sarà inizialmente di un anno, ma sarà considerata conclusa solo quando "il flusso di migranti e l'attività dei trafficanti saranno significativamente ridotti". La missione è, infatti, tesa a sgominare "i modelli di business del traffico", il finanziamento, "le rotte, i posti di imbarco, le capacità e le identità" dei trafficanti di uomini. In questo quadro, è ammesso l'uso della forza "specialmente durante le attività come l'imbarco" e "quando si opera sulla terra o in prossimità di coste non sicure o durante l'interazione con imbarcazioni non adatte alla navigazione". L'Unione europea sa bene che "la presenza di forze ostili, come estremisti o terroristi come lo Stato Islamico", obbligherà i soldati a usare la forza. Tanto che sarnno necessarie "regole di ingaggio robuste e riconosciute per l'uso della forza, in particolare per il sequestro di imbarcazioni in caso di resistenza, per la neutralizzazione delle navi dei trafficanti e dei loro beni, per situazioni specifiche come il soccorso di ostaggi".

A dispetto di quanto chiesto dalla sinistra buonista, la focus della missione non sarà certo "il soccorso dei migranti in mare", ma distruggere piuttosto "il modello di business dei trafficanti". "Il Comitato Militare dell'Unione Europea - si legge - conosce il rischio che ne può derivare alla reputazione dell'Unione Europea, rischio collegato a qualsiasi trasgressione percepita dall'opinione pubblica in seguito alla cattiva comprensione dei compiti e degli obiettivi, o il potenziale impatto negativo nel caso in cui la perdita di vite umane fosse attribuita, correttamente o scorrettamente, all'azione o all'inazione della missione europea". Da qui la necessità di avviare "una strategia mediatica per enfatizzare gli scopi dell'operazione e per facilitare la gestione delle aspettative". Non solo. Nel documento si suggerisce di non "pubblicizzare le operazioni di salvataggio per evitare di incentivare" gli arrivi. Si teme infatti che più navi in mare che prestano soccorso scateni un fattore "richiamo".

Intanto Frontex ha esteso l'area operativa di Triton a 138 miglia nautiche a sud della Sicilia. In estate, stagione di picco per gli sbarchi, saranno schierati tre aerei, sei navi d’altura, dodici pattugliatori e due elicotteri.

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