La ricostruzione della procura francese sulla strage del volo Germanwings ha colmato solo in parte le lacune sulla dinamica e sulle motivazioni che hanno portato Andreas Lubitz a compiere quello che sembra essere un suicidio. Ecco i dubbi che ancora non sono stati fugati dagli investigatori.
È stata un'azione premeditata e pianificata? ”Il copilota ha approfittato dell’assenza del comandante. Ma non sappiamo se a monte c’era la volontà di agire come ha agito, non ne so nulla”, ha detto il procuratore di Marsiglia.
Ci sono poi le incertezze sul movente sul quale non sono state fatte ipotesi se non quella legata alla depressione. E proprio su quest'ultimo punto, si sa che il co-pilota aveva iniziato l’addestramento nel 2008 e sei anni fa lo aveva interrotto per un periodo prolungato. Poi è tornato a lavorare e gli sono stati fatti tutti i test di routine, ma non quelli sulla salute mentale, che vengono svolti solo se sono già emersi dei problemi.
Sulla dinamica poi permangono dubbi. Il copilota ha aspettato l’attimo propizio attendendo che il comandate uscisse dalla cabina? Aveva proprio scelto la zona montuosa dell’Alta Provenza o avrebbe fatto schiantare l'aereo in qualsiasi altro luogo fosse capitato?
E ancora: colleghi e amici lo descrivono come un tipo simpatico, taciturno, con una fidanzata e un lavoro verso cui nutriva passione. Può essere davvero la depressione il motivo di un'azione del genere?
I dubbi non finiscono qui: perché l'equipaggio non ha lanciato SOS? Può essere stata davvero una scelta del
comandante che ha preferito evitare di gettare nel panico i passeggeri in una situazione già compromessa?Infine: si può davvero escludere l'ipotesi del terrorismo? Interrogativi che ancora non hanno trovato una risposta.
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