Un altro ostaggio decapitato, un'altra vittima dei tagliagole dell'Isis. I miliziani islamici del Califfato hanno giustiziato un altro ostaggio, l'operatore umanitario scozzese David Haines rapito lo scorso anno in Siria. Con la stessa brutalità usata contro i reporter americani, James Foley e Steven Sotloff, l'account Twitter Isis Urdu ha mostrato le sanguinarie immagini della terza decapitazione.
Proprio oggi la famiglia di Haines aveva lanciato un appello ai rapitori, chiedendo di mettersi in contatto con loro. "Questo britannico - afferma la voce di un miliziano dell'Isis nel filmato della decapitazione - paga il prezzo della tua promessa, David Cameron, di armare i peshmerga contro lo Stato islamico". La mano è sempre la stessa, come anche la mattanza. Impossibile abituarsi a questo film dell'orrore che per la terza volta nel giro di pochi giorni immola un altro ostaggio occidentale sull'altare dell'estremismo islamico. Ancor più brutale di un serial killer: la mano ferma a sgozzare la testa del cooperante scozzese è la minaccia per tutto l'Occidente cristiano. Perché non hanno certo intenzione di fermarsi qui. Tanto che il boia di Haines ha mostrato in video il prossimo ostaggio che rischia di essere giustiziato: il britannico Alan Henning.
La catena di sangue iniziata con l'omicidio del freelance James Foley non si arresta. Haines aveva 44 anni ed era stato rapito nel marzo del 2013 mentre si trovava in missione umanitaria in Siria con Acted, agenzia francese per la cooperazione allo sviluppo. L'ultima volta che era stato visto vivo era nel filmato che mostrava l'uccisione di Steven Sotloff. Tre morti nel giro di un mese. E potrebbe essere solo l'inizio. Il boia (probabilmente lo stesso che ha ammazzato i due reporter americani) avverte che l'alleanza di Cameron con gli Stati Uniti trascinerà la Gran Bretagna in "una nuova sanguinosa guerra che non potrete vincere".
Il premier britannico Cameron ha definito "ignobile" la decapitazione di Haines e ha promesso di "dare la caccia" agli uccisori.
Il fratello: "Aiutava chi aveva bisogno"
"Una persona comune come tanti", ma entusiasta del suo lavoro come operatore umanitario. Uno che aiutava "chiunque avesse bisogno senza badare alla razza, al credo, alla religione". Così Mike Haines ricorda il fratello David. In un comunicato a nome della famiglia reso noto dal Foreign office, il fratello traccia una breve biografia ricordando la loro infanzia e le vacanze trascorse insieme in caravan e in tenda, i due matrimoni e le due figlie Bethany e Athea. "David lavorò con l’Onu nei Balcani aiutando la gente che aveva veramente bisogno. Ci sono tante testimonianze di persone di quella regione aiutate da David", scrive il fratello ricordando che fu in quel periodo che decise di lasciare l’aeronautica britannica per dedicarsi al lavoro umanitario. "
538em;">La sua gioia e le aspettative per il lavoro che andava a fare in Siria sono per me e la famiglia l’elemento più importante di questa triste storia. È stato ed è amato da tutta la sua famiglia e ci mancherà terribilmente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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