Iran, l'avvocata per i diritti umani Nasrin Sotoudeh condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate

Teheran condanna l'avvocata per i diritti umani a una pena durissima. La donna, già nel carcere di Evin per aver difeso alcune donne pubblicamente, era già stata arrestata nel 2011. Per Amnesty International si tratta di una punizione "scioccante"

Iran, l'avvocata per i diritti umani Nasrin Sotoudeh condannata a 33 anni di carcere e 148 frustate

In carcere ci finì già nel 2011 e in quella circostanza scontò tre anni. Ma la condanna di oggi emessa contro di lei è di 33 anni di reclusione e 148 frustate. Contro l'avvocata iraniana Nasrin Sotoudeh, che dal 13 giugno è rinchiusa nel carcere di Evin, noto per essere uno dei peggiori penitenziari del Paese, le accuse sono di propaganda contro il sistema, incontri ai danni della sicurezza nazionale, partecipazione al movimento contro la pena di morte, incitamento alle donne a togliersi il velo e ad azioni immorali. Era stata processata in contumacia, a Teheran, lo scorso 30 dicembre. Prima di essere arrestata si era occupata dei casi di alcune cittadine finite in manette per essersi tolte il velo pubblicamente.

Il nuovo verdetto e la sua storia

A denunciare il verdetto, su Facebook, Reza Khandan, marito della donna che, in Iran e nel mondo, è tra i più noti legali a difesa dei diritti umani. Ha 55 anni e difende, da sempre, attivisti, minoranze etniche e religiose (come curdi e baha'i), manifestanti e persino minorenni già condannati a morte. Un anno fa si era esposta sostenendo le "ragazze di via Rivoluzione", giovani donne che hanno scelto di togliere il velo sventolandolo come una bandiera. All'Europa, che nel 2012 le assegnò il premio Sakharov, chiese, nell'ultima intervista concessa al Corriere della Sera, di intervenire per aiutare i giovani manifestanti arrestati in Iran e, in quell'occasione, si era preoccupata anche dei colleghi avvocati condannati a lunghe pene detentive.

Per Amnesty il caso è "scioccante"

Sul caso interviene anche Amnesty International che ha definito il caso una "vergognosa ingiustizia" e la condanna "scioccante, persino per un Paese come l'Iran, abituato a reprimere il dissenso". E aggiunge: "L'organizzazione Iran Human Rights, che negli ultimi due anni ha notato un aumento preoccupante degli arresti di difensore dei diritti umani, la interpreta come il segnale più chiaro che il regime intende mettere a tacere completamente la società civile". Secondo Mahmood Amiry-Moghaddam, dell'organizzazione, non è un caso che sia stato nominato capo della magistratura Ebrahim Raisi che, nel 1988, fu uno dei membri della cosiddetta "Commissione della morte", responsabile delle esecuzioni di migliaia di prigionieri politici. "Il regime è in difficoltà", spiega, "dal 2017 ci sono state proteste quasi quotidiane di gruppi diversi, lavoratori, insegnanti, le ragazze contro il velo. Per sopravvivere tenta la repressione più dura".

L'appello e la condanna

"Nasrin Sotoudeh dev'essere rilasciata immediatamente e senza alcuna condizione e questa oscena sentenza dev'essere subito annullata", ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e sull'Africa del Nord di Amnesty Internazional. Che ha poi aggiunto: "Sotoudeh ha dedicato tutta la vita a difendere i diritti delle donne e a chiedere l'abolizione della pena di morte: è semplicemente oltraggioso che le autorità iraniane la puniscano per questo. Il verdetto di colpevolezza e la condanna di oggi confermano la reputazione dell'Iran come crudele oppressore dei diritti delle donne. I governi che hanno influenza sull'Iran dovrebbero chiedere il suo rilascio.

La Comunità Internazionale, in particolare l'Unione europea, dovrebbe prendere pubblicamente una posizione forte contro questa vergognosa condanna e intervenire urgentemente per assicurare il rilascio immediato e incondizionato della detenuta".

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