"Queste non sono le azioni di un uomo, sono i crimini di un mostro". È con queste parole che Donald Trump ha annunciato agli Stati Uniti il via libera a un attacco missilistico con la Siria di Assad nel mirino, dopo giorni di colloqui e consultazioni in vista di un'opzione militare che pareva ormai inevitabile.
Un raid a cui si sono associate Francia e Gran Bretagna e che l'Unione Europea ha subito salutato con la conferma di essere dalla parte degli alleati, mentre le Nazioni Unite chiedevano "moderazione" a tutte le parti coinvolte dal conflitto.
Le reazioni sono arrivate immediatamente anche dagli altri Paesi coinvolti più o meno direttamente nel conflitto siriano. Un funzionario israealiano ha messo in chiaro che Trump aveva descritto l'uso di armi chimiche come "una linea rossa", ribadita dall'attacco sferrato nella notte.
Israele da anni colpisce obiettivi in Siria, specialmente se legati all'Iran o ad Hezbollah, le milizie sciite libanesi che sono tra i primi nemici dello Stato ebraico. "La Siria continua a fare da base e a mettere in pratica azioni omicide", hanno detto oggi da Tel Aviv, chiarendo tuttavia che difficilmente l'attacco cambierà la politica americana, considerato che Trump ha già annunciato l'intenzione di ritirare gli uomini presenti in Siria.
Gli attacchi avvenuti durante la notte sono "appropriati" anche per la Turchia, che nella questione punta a mantenere un ruolo
intermedio: molto vicina alla Russia, impegnata nel nord della Siria, ma da tempo ostile al presidente Bashar al-Assad. "È fondamentale che questi crimini non rimangano impuniti", ha commentato il ministro degli Esteri di Ankara.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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