Continua il duro braccio di ferro tra Israele e le Nazioni Unite, dopo che, poco prima di Natale, il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione che condanna le nuove costruzioni israeliane nei cosiddetti Territori occupati della Cisgiordania. Risoluzione approvata grazie all'astensione degli Stati Uniti. Il governo del Benjamin Netanyahu ha deciso di tagliare 6 milioni di dollari di finanziamento alle Nazioni Unite al totale di 40 milioni versati annualmente dallo Stato ebraico. La sforbiciata - ha chiarito la missione israeliana all’Onu - è pari agli stanziamenti elargiti a favore di quattro commissioni Onu dedicate ai problemi dei palestinesi:
"È irragionevole per Israele finanziare entità che agiscono contro noi all’Onu", ha dichiarato l’ambasciatore al Palazzo di Vetro, Danny Danon. L’iniziativa israeliana, peraltro già annunciata da Netanyahu subito dopo il voto all’Onu, giunge all’indomani del voto alla Camera dei Rappresentanti Usa che ha chiesto con una vasta maggioranza l’adozione di una serie di misure che condannino la posizione Onu e del presidente uscente, Barack Obama, di far astenere gli Stati Uniti.
La Camera ha votato una risoluzione con la quale condanna il testo approvato dall'Onu. A favore della risoluzione hanno votato 342 deputati, mentre in 80 hanno votato contro, con quattro democratici che non hanno partecipato alla votazione.
L'astensione degli Stati Uniti al Palazzo di Vetro il 23 dicembre scorso aveva provocato un ulteriore irrigidimento dei rapporti conIsraele, che aveva tra l'altro richiamato in patria gli ambasciatori in alcuni dei Paesi che avevano votato a favore della risoluzione. Contro il testo si era schierato il presidente eletto Donald Trump, che ha definito le Nazioni Unite "un club dove si chiacchiera" soltanto.
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