Italia, quanti F-35A saranno destinati all'attacco nucleare?

I Paesi come l'Italia che aderiscono al nuclear sharing della NATO dovranno decidere quanti F-35A destinare per l'interdizione nucleare

Italia, quanti F-35A saranno destinati all'attacco nucleare?

L'F-35A, variante a decollo ed atterraggio convenzionale dello Joint Strike Fighter, entro il 2022 dovrebbe ottenere la capacità di trasportare internamente la bomba nucleare all'idrogeno B61-12. La componente a bassa osservabilità è considerata determinante nei futuri scenari operativi dominati da radar a bassa frequenza in grado di rilevare i vettori stealth. L'F-15E Strike Eagle e l'F-16 Fighting Falcon sono ad oggi le uniche piattaforme tattiche degli Stati Uniti certificate per trasportare la B61-12. La capacità strategica degli alleati che aderiscono alla condivisione nucleare della NATO è garantita dalle piattaforme Tornado (Germania, Italia) e F-16A/B (Belgio, Paesi Bassi, Turchia). Tornado e F-16 non potrebbero sopravvivere in un ambiente ad alta densità e sfuggire ai missili terra-aria nemici di ultima generazione. E’ opportuno chiarire un punto: la scelta di destinare alcuni F-35A all’interdizione nucleare spetterà ai Paesi che aderiscono al nuclear sharing della NATO risalente alla Guerra Fredda. L'F-35C è stato progettato per la penetrazione stealth in territorio nemico ed il conseguente rilascio di sistemi d’arma strategici.

Il programma F-35 dell'Italia

L’Italia ha acquistato 90 F-35: trenta nella versione B (15 previsti per la Marina ed altri 15 per l’Aeronautica, mentre tre saranno permanentemente destinati negli Stati Uniti per operare presso l’Integrated Training Center) e sessanta F-35A, variante a decollo ed atterraggio convenzionale. La FACO di Cameri è di proprietà del Governo italiano ed è gestita da Finmeccanica-Alenia Aermacchi in collaborazione con Lockheed Martin. Le attività produttive per l’F-35 presso la FACO sono iniziate a luglio 2013 e nel marzo dello scorso anno è avvenuto il roll-out del primo F-35 per l’Italia, l’AL-1. I novanta F-35 sostituiranno gli AV-8 Harrier, i Tornado Panavia e gli AMX in dotazione all'Aeronautica ed alla Marina italiana. Ancora oggi, per compiti tattici multiruolo l’Italia utilizza i Tornado e gli Amx. Il primo è stato pensato, disegnato e costruito per penetrare a bassissima quota e ad altissima velocità il territorio sovietico, sganciando il proprio carico bellico sui siti d’interesse strategico, seguendo il profilo del terreno a mille chilometri orari. Tecnica efficace in un contesto bellico che si sarebbe potuto svolgere trent’anni fa. L’economico Amx, aereo d’attacco al suolo leggero è entrato in servizio nel 1989. Fu concepito come il fratello minore del Tornado, in grado di compiere tutte le missioni che non avrebbero richiesto il grado di efficienza tecnologica del Panavia. Anche l’Amx, però, ha ormai raggiunto la fine del proprio ciclo operativo. L’Aeronautica Militare italiana quindi, ha le necessità di sostituire i propri velivoli multiruolo, circa 250, da affiancare all’EFA 2000 (che probabilmente non raggiungerà mai il suo pieno sviluppo a causa del suo Dna pre-stealth), che non può svolgere le missioni multiruolo precedentemente effettuate dall’F-16 Falcon.

La doppia capacità dell’F-35

Si legge nella sezione The Triad: Present and Future della Nuclear Post Review 2018

“Gli Stati Uniti attualmente gestiscono 14 sottomarini classe Ohio. Questi ultimi saranno sostituiti dalla futura classe Columbia strutturata su dodici unità SSBN. La forza Icbm annovera 400 missili Minuteman III a singola testata schierati in silos sotterranei e dispersi in diversi stati. Gli Stati Uniti hanno iniziato il programma Ground-Based Strategic Deterrent che prevede la modernizzazione della linea Minuteman a partire dal 2029. La capacità nucleare dell’Air Force, infine, si basa su 46 bombardieri B-52H e 20 B-2A stealth. Gli Stati Uniti hanno avviato un programma per lo sviluppo del prossimo bombardiere di nuova generazione il B-21 Raider. Il Pentagono incorporerà nell’F-35 la Dual Capable Aircraft (DCA) in sostituzione della flotta F-15E (2020/2022). Gli Stati Uniti manterranno la doppia capacità con l’F-35, lavorando con la Nato per migliorare la prontezza, la sopravvivenza e l’operatività della flotta DCA in Europa”

La garanzia politica USA

Le B61 non sarebbero sufficientemente potenti per decapitare la linea di comando nemica

Lo scopo finale delle armi nucleari è il medesimo elaborato alla fine degli anni ’40: scoraggiare un attacco armato contro gli Stati Uniti e proteggere i suoi alleati. Per definizione, “gli asset nucleri sono uno strumento per impedire l’aggressione di qualsiasi tipo contro gli interessi nazionali e vitali dell’America”. E’ il concetto della garanzia politica. E’ il medesimo che si applica, ad esempio, per la bomba nucleare guidata B-61 in Europa. Le B-61 dovrebbero rappresentare un deterrente strategico ritenuto in grado di dissuadere anche gli stessi alleati dallo sviluppare armi nucleari fatte in casa. Vanno quindi intese come una garanzia politica degli Stati Uniti, che ne detengono la proprietà e la discrezionalità, a protezione dell’Europa. L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è stata concepita per supportare logisticamente la presenza in Europa degli Stati Uniti. Parliamo di una strategia che proviene direttamente dalla guerra fredda. La responsabilità condivisa per le armi nucleari si basa sulla solidarietà degli alleati della Nato e l’unità di intenti a protezione dell’integrità territoriale.

La bomba nucleare B61-12

E’ un asset a rendimento variabile con diversi protocolli di autenticazione e sicurezza come il Permissive Action Links. Con una precisione (CEP) di 30 metri dall’obiettivo, la B61-12 richiede solo una testata da 50 kilotoni (una potenza più accettabile e con minori effetti collaterali). Il rendimento detonante di una testata da 50 kilotoni, in un raggio di 30-68 metri, è assolutamente necessario per polverizzare ogni tipo di bunker fortificato. Ogni bomba all'idrogeno ha una potenza regolabile: da un massimo equivalente di 50.000 tonnellate di TNT ad un minimo di 300. La resa esplosiva della bomba può essere ridotta elettronicamente attraverso un sistema di calibrazione. L’impiego sul campo di battaglia, quindi, potrebbe essere personalizzato a seconda dell’effetto desiderato e dell’obiettivo. Pur non essendo tecnicamente una nuova arma, l’aggiornamento del Pentagono trasforma l’attuale inventario nucleare a caduta libera in sistema d’arma a guida di precisione. L’Air Force continuerà a testare fino alla fine del 2019 la bomba B-61-12 (la revisione del progetto finale dovrà concludersi entro l’anno), prima di avviare la produzione di serie. Il primo lotto, quasi certamente destinato all’Europa dove sono presenti le versioni più obsolete della bomba B61, dovrà essere consegnato entro il marzo del 2020. L’intera produzione B61-12 si completerà nel 2025 e coinciderà con il ritiro dal servizio del sistema d’arma all’idrogeno B83 con resa massima di 1,2 megatoni. Le B61-12 LEP (life extension program) resteranno in servizio fino al 2050. La prima versione della B61 entrò in servizio nel 1968 e da allora rimane uno dei pilastri principali dell'arsenale nucleare statunitense. La letalità della B61-12 è determinata dalla sua precisione, l’aspetto più rilevante nella deterrenza nucleare (stesso principio adottato sulle testate da 100 Kt 76-1 / Mk4A con spoletta programmabile, linea leggera di attacco Trident II). La modernizzazione delle armi nucleari è un processo di routine, poiché ogni sistema d’arma ha una durata prestabilita. Non vi è alcun accordo internazionale tra Mosca e Washington sull’aspetto qualitativo e quantitativo delle testate nucleari tattiche che, come sappiamo, non esistono. Il trattato START, attualmente in vigore, si rivolge specificatamente alle testate strategiche ed ai loro lanciatori.

Le armi nucleari non strategiche

Il termine tattico è ambiguo e pericoloso poiché ogni arma nucleare impiegata è in realtà strategica. L’effetto di una resa tattica sarà sempre strategica. Se qualcuno attaccasse gli Stati Uniti con armi nucleari tattiche per definizione, la risposta sarebbe certamente strategica e non tattica. Il punto è che superando la linea, l’ultima volta nel 1945, la risposta sarà affidata alla rappresaglia termonucleare. La definizione che raggruppa “le armi nucleari non strategiche” è una reliquia della guerra fredda. In base al concetto scalare di un asset tattico, il suo impiego è teoricamente ritenuto isolato, limitato e proporzionale. Tuttavia ogni arma nucleare impiegata è strategica. Ciò è dovuto al crescente riconoscimento che qualunque utilizzo del nucleare avrebbe conseguenze strategiche. Ed è sotto la lente strategica che bisogna valutare il loro reale fine, cioè convincere l’avversario di non poter raggiungere i propri obiettivi pena una rappresaglia devastante. E’ questa la deterrenza, scopo primario delle armi nucleari negli arsenali degli Stati nazionali che li possiedono. Nell’aprile del 2009, l’ex presidente Barack Obama da Praga affermò che gli Stati Uniti avrebbero compiuto passi concreti per un mondo senza armi nucleari. Tuttavia Obama affermò anche che “fino a quando queste armi esiteranno gli Stati Uniti manterranno un arsenale in grado di dissuadere qualsiasi avversario e garantire la difesa degli alleati”. Il requisito primario della sicurezza nazionale statunitense è la protezione del proprio popolo, ma così come ha ricordato Obama, l’ombrello nucleare e convenzionale Usa si estende per oltre trenta stati in tutto il mondo. Il concetto di deterrenza estesa significa semplicemente che uno Stato fornirà la sicurezza ad secondo Stato paventando la ritorsione contro un terzo che potrebbe desiderare di attaccarlo. È un’estrapolazione logica della teoria della deterrenza. La deterrenza estesa impegna gli Stati Uniti ad entrare in guerra con un’altra grande potenza per proteggere uno Stato più vulnerabile. Quando gli Stati Uniti scelgono di garantire la deterrenza estesa ad un altro Stato, tale impegno include tutte le misure previste, comprese quelle nucleari.

La deterrenza è essenzialmente un’arma psicologica attiva sulle percezioni del potenziale avversario, ma perderebbe la sua efficacia senza una capacità credibile. I giudizi non possono essere determinati dalla moda, ma l’unica utilità positiva delle armi nucleari è il loro non impiego.

Le B61 in Europa

Le sei basi della Nato (Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) ospitano circa 180 bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10. Le basi italiane di Ghedi ed Aviano dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe nucleari B61. Le 180 testate B61 all'idrogeno, secondo il concetto politico della condivisione nucleare, saranno tutte riconvertite alla versione Mod-12, pena il deterioramento delle testate più obsolete (quelle cioè dislocate in Europa) per un totale di 500 testate Mod-3, 4, 7 e 10 da riconvertire. Il concetto Dial-a-yield è puramente teorico e si basa sulla facilità di impiego a causa delle resa esplosiva relativamente piccola. Gli americani non prevedono l’integrazione della B61-12 sulle portaerei sebbene tale possibilità sia stata contemplata nel Progetto Atom. La B61-12 potrà essere trasportata esclusivamente dagli F-35A.

Italia: 23 milioni di euro per aggiornare i siti delle B61

L’Osservatorio sulla spesa militare italiana riporta che il governo italiano ha stanziato 23 milioni di euro per aggiornare i sistemi di sorveglianza esterna e dei caveau contenenti le B61 all’interno degli undici hangar nucleari della base bresciana. Ulteriori spese di stazionamento per il personale militare USA addetto e per il mantenimento in prontezza di aerei e piloti italiani dedicati al nuclear strike.

B61-12: I protocolli di sicurezza

Il Permissive Action Links Un è un dispositivo elettronico che attiva l’arma nucleare soltanto dopo l’immissione dei codici corretti. Il two-person concept impedisce l’uso accidentale di armi nucleari. Sono necessari due diversi codici inseriti in sequenza o contemporaneamente, periodicamente aggiornati dal National Military Command Center, per armare qualsiasi tipo di arma nucleare statunitense. Così come avviene per i bancomat di uso comune, è consentito solo un certo numero di immissioni dei codici prima del necessario ripristino negli Stati Uniti. Soltanto dopo l’abilitazione PAL il sistema d’arma è considerato armato. Per esplodere l’arma nucleare dovrà rispondere allo specifico segnale univoco generato ed ai parametri ambientali. Se non rilevati nella giusta sequenza e secondo i parametri previsti, l’arma nucleare non esploderà. Tutti gli asset nucleari stoccati sono equipaggiati con meccanismi non esplosivi che disabilitano permanentemente il sistema d’arma in presenza di manomissione o percezione di quest’ultima (forzatura sui codici) e possono essere disabilitati dal National Military Command Center. La decisione sulle armi strategiche della Nato intesa come forza nucleare a guida Usa, deve essere condivisa da tutti gli Stati membri. La deterrenza, basata su un adeguato mix di armi nucleari, convenzionali e capacità di difesa missilistica, rimane elemento centrale della strategia della Nato.

F-35: quando sarà certificata la capacità nucleare?

La strategia dello sviluppo del programma JSF si basa sull’implementazione di software che di volta in volta incrementano le capacità della piattaforma. L’F-35 che volerà nel 2040, sarà dotato del Block-7. Ci sono più di 10 milioni di singole righe di codice nel sistema JSF.

Il Block 1A/1B comprende il 78 per cento del codice sorgente necessario per le Capacità Operative Iniziali dell’F-35. Fornisce il software per l’addestramento e l’interazione primaria tra i vari sistemi principali.

Il Block 2A aumenta le capacità generali del velivolo per l’addestramento dei piloti comprese le funzionalità off-board fusion, collegamenti dati iniziali, contromisure elettroniche e debrief migliorato. Con il blocco-2A, viene fornito l’86 per cento del codice necessario per raggiungere la Capacità Operativa Iniziale. Il Corpo dei Marine con l’F-35B ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale con il blocco software 2B.

Il Block 2B conferisce Close Air Support basilare con la possibilità di lanciare AMRAAM (Advanced Medium Range Air to Air Missile), JDAM (Joint Direct Attack Munition) e GBU-12 (laser-guided aerial bomb). L’F-35B in servizio con i Marine è dotato di una versione speciale del software Block 2B. Lo squadrone dei Marine, chiamato ‘Gruppo 1’, presenta la maggior parte delle modifiche hardware già implementate (e che un domani saranno integrate nella produzione di massa) come le paratie rinforzate.

Il Block 3i è descritto come un aggiornamento tecnico del Block-2B. Consente all’aereo di utilizzare JDAM, GBU-12 ed AMRAAM. La principale differenza tra il Block 2B ed il Block 3i è l’implementazione di nuovi hardware, in particolare di un nuovo processore integrato. Con il Block 3i viene fornito l’89 per cento del codice necessario per raggiungere la Piena Capacità Operativa.

Il Block 3F dovrebbe conferire il 100 per cento delle capacità warfighting della piattaforma tattica, con integrazione totale di tutti i sistemi esterni. Sempre nel 3F sono presenti i codici per abilitare una serie di munizioni compresi i missili aria-aria a corto raggio AIM-9X, le Small Diameter Bomb GBU-39 e le GBU-49. Se integrato con il Block 3F, la GBU-49 consentirà all'F-35A di colpire bersagli mobili fino a quando le munizioni Laser Joint Direct Attack e Small Diameter Bomb II saranno integrate nelle release software successive. I test di volo con la GBU-49 sono iniziati pochi giorni fa. L'Air Force dovrebbe ricevere i primi 400 kit di guida entro la fine del prossimo gennaio. L’integrazione non è ritenuta complessa poiché la GBU-49 è molto simile alla GBU-12. Senza il software 3F finale, l’F-35 non potrà entrare in produzione su larga scala. Il software per abilitare il cannone GAU-22 a quattro canne rotanti da 25mm sarà rilasciato entro il 2019. E’ capace di sparare tre mila colpi al minuto, con un’autonomia di 180/220 colpi. Al di là della capacità di penetrazione delle munizioni (inferiori all’Avenger), la dotazione standard dell’ F-35A è inferiore di quasi 10 volte rispetto all’ A-10.

Il Block 3F dovrebbe essere consegnato entro l'anno.

L’importanza del Block-4

Il Block 4 sarà suddiviso in due segmenti. Il Block-4A sarà pronto per il 2020, mentre il 4B per il 2022. I dodici milioni di dollari per scrivere il Block-4 sono stati inseriti nel bilancio 2014. Gran parte dello sviluppo del Block-4 sarà dedicato alle contromisure contro i sistemi di difesa aerea nemici esistenti e con quelli che sorgeranno negli anni futuri (finestra temporale stimata di venti anni). Il Block 4 abiliterà tutti gli asset dei partner del programma JSF che ne hanno fatto richiesta e le SDB-II (Small Diameter Bomb II). A differenza delle bombe a guida laser GBU-54 in grado di distruggere bersagli mobili, l’SDB II sarà in grado di farlo ad intervalli più lunghi e con ogni tipo di condizione meteo grazie al cercatore trimode: infrarossi, onde millimetriche e guida laser. Opzioni tipicamente non utilizzate in un unico sistema. Il collegamento dati bidirezionale a doppia banda consente all’SDB II di cambiare i bersagli o adattarsi a diverse postazioni durante il volo. Secondo Raytheon il sistema d’arma può classificare gli obiettivi da colpire. L’F-35 potrà trasportare internamente fino a otto SBD II così da non inficiare la firma radar. Soltanto gli Stati Uniti prevedono di acquistare 17 mila SDB II: dodicimila per l’Air Force e cinquemila per la Marina. L’importo complessivo dell’acquisizione delle Small Diameter Bomb II per il Pentagono è di tre miliardi di dollari.

Il Pentagono ribadisce che non si prevedono difficoltà per la Capacità Operativa Iniziale della Marina che resta programmata entro l'anno.

F-35A Dual Capable Aircraft

Secondo linea di sviluppo ufficiale, l'F-35A dovrebbe essere sottoposto a test e certificazione per la B61-12 tra il 2020 e il 2022. Non ci sono piani per certificare l'F-35B (variante a decollo corto e atterraggio) e la versione C utilizzata sulle portaerei della US Navy (Progetto Atom). Il costo del processo di certificazione DCA nel programma JSF è stimato in 340 milioni di dollari. L'F-35A è stato progettato specificatamente per trasportare asset strategici anche se ad oggi non risultano test sui simulatori. La certificazione nucleare per l’F-35A è prevista nel Block 4B. L’integrazione DCA prevede aggiornamenti hardware.

Capacità di attacco nucleare: cosa farà l’Italia?

La potenziale doppia capacità dell’F-35 italiano è raramente menzionata. Il budget stanziato non specifica quali somme saranno destinate alla conversione della flotta strategica. Così come per la Bundeswehr, il Tornado è l'unico vettore con capacità nucleare dell'Italia. Se, come sembra, parte della flotta F-35A del Belgio (34 unità) e dei Paesi Bassi (37 velivoli) riceverà la doppia capacità, resta ancora incerta la posizione della Germania. Berlino è alla ricerca di una nuova piattaforma tattica che possa sostituire il Tornado a partire dal 2025. Progettare, testare e certificare una variante Eurofighter con capacità nucleare richiederebbe anni di sviluppo ed aggiungerebbe centinaia di milioni di dollari al già costoso programma. Airbus garantirebbe la certificazione nucleare sull'Eurofighter entro il 2025. Tuttavia l’EFA non sarà mai una piattaforma stealth di quinta generazione. In alternativa, la Germania potrebbe semplicemente ritirarsi dall'accordo di condivisione nucleare con gli Stati Uniti, obiettivo che i democratici cristiani di centro-destra hanno cercato di raggiungere. Sarà in ogni caso una decisione politica.

Gli Stati Uniti iniziarono a schierare sistemi strategici in Europa a partire dal 1954 per scongiurare un'aggressione sovietica. Il ricorso alle armi nucleari sarebbe stato autorizzato per arrestare la massiccia offensiva convenzionale dell'Unione Sovietica in Europa. Qualla minaccia di invasione oggi non esiste più.

Oltre all'inimmaginabile capacità distruttiva dell'arsenale strategico USA, Francia e Regno Unito garantiscono opzioni ridondanti che per potenza, invulnerabilita ed accuratezza rendono del tutto inutile la condivisione nucleare così come è concepita oggi.

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