Non potrebbe essere formulata in modo più chiaro l'accusa che arriva da Londra, con Boris Johnson, nuovo ministro degli Esteri della Gran Bretagna, che taccia apertamente la Russia di "crimini di guerra" commessi durante l'intervento nel conflitto in Siria.
Mosca "é colpevole di prolungare questa guerra e di renderla di gran lunga più orribile", ha sostenuto il titolare del Foreign office in un'intervista concessa alla Bbc, aggiungendo di ritenere Putin il responsabile del bombardamento di un convoglio di aiuti umanitari avvenuto ad Aleppo lunedì scorso.
"Se é stato fatto sapendo che si trattava di obiettivi civili assolutamente innocenti, quello é un crimine di guerra", dice senza mezzi termini, anticipando l'ambasciatore Matthew Ryncroft, che durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti ha reso ancora più esplicito il concesso parlando di "partnership" con Damasco per il preciso scopo di "commettere crimini di guerra".
La posizione è in parte dissimile da quella degli Stati Uniti, che sul tema mantengono una certa cautela, almeno a livello ufficiale. L'ambasciatore all'Onu Samantha Power non è certo tenera, ma si limite ad accusare Mosca di "barbarie", nell'evidente intento di non utilizzare termini che costituirebbero un'accusa precisa, nel momento in cui a Washington ancora puntano a cercare una tregua che possa reggere.
Tregua che, secondo un inviato de La Stampa, non è poi così ben accetta a Damasco, dove esiste il timore che un accordo tra Russia e America possa portare a fermare un'offensiva che si percepisce come molto vicina a ottenere una vittoria per le forze governative.
La posizione di Mosca all'Onu non potrebbe essere più distante dalle accuse, con la difesa di Damasco che - dicono loro - mostra
"moderazione invidiabile" nel gestire il conflitto.Intanto su Aleppo continuano a cadere le bombe. L'ospedale Omar bin Abdelaziz nel quartiere assediato Maadi è stato reso inutilizzabile dagli ultimi, intensi bombardamenti.
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