Migranti, l'appello dell'Isis: "Tornate, contate su di noi"

Lo Stato islamico avvia una nuova strategia nei confronti dei migranti, invitandoli a raggiungere il Califfato

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

L'Isis e i migranti. Se da una parte molti governi, tra cui quello libico, ci hanno avvertito del rischio di infiltrazioni terroristiche tra i profughi, dall'altra è lo stesso Stato islamico a mettere in guardia che lascia il Medio Oriente per raggiungere l'Europa.

Tempo fa, Dabiq, la rivista dello Stato islamico, ha pubblicato la foto del piccolo Aylan, esanime su una spiaggia turca, accompagnata dalla scritta "The danger of abandoning Darul Al Islam", ovvero "Il pericolo di abbandonare la casa dell'islam".

Ora l'Isis rilancia questo messaggio attraverso un video fatto circolare nei canali legati al Califfato e prodotto dalla nota Asawirtimedia. Il filmato si rivolge "a tutti i profughi delle terre della coalizione cristiana" e descrive l'odissea di chi bussa alle porte dell'Europa.

I registi dello Stato islamico mischiano le immagini dei migranti respinti e arrestati sul fronte balcanico. Poi i salvataggi della Marina militare italiana nel Mediterraneo.

Il collage iniziale è accompagnato da una canzone con un testo carico di dolore e tristezza ed è seguito da alcune testimonianze.

Si sente una donna dire: "Hanno picchiato mio marito. Per me lui per me é tutto, non voglio che lo picchino". Poi un ragazzo denuncia: "Siamo qui da tre giorni sotto il sole senza cibo e acqua e non ci dicono niente. Ci trattano da impuri". Un altro racconta: "Ci hanno maltrattato in Turchia, ci hanno maltrattato in Grecia e ci hanno maltrattato in Serbia, ma il maltrattamento peggiore è stato in Ungheria. Ci hanno mentito dicendo che se ci facevamo prendere le impronte digitali ci facevano andare a Budapest, invece siamo reclusi qui e non possiamo andare da nessuna parte, neanche in Germania".

Dopo il terzo minuto interviene Abu Bakr Al Baghdadi. È il Califfo in persona a rivolgersi ai migranti con toni accorati: "I nostri cuori - afferma - sono spezzati. Avete lasciato le vostre abitazioni e i vostri Paesi, ora siete profughi. Tornate a casa e potrete contare su Dio e sullo Stato islamico. Qui troverete il calore umano e la sicurezza. Voi siete le nostre famiglie, e noi difenderemo voi e i vostri beni. Vogliamo la vostra dignità, la vostra sicurezza e la vostra salvezza dall'inferno".

Più avanti Al Baghdadi insiste: "I musulmani da noi vivono con dignità, stanno bene economicamente e vivono la loro vita familiare e lavorativa sotto l'ombrello della Sharia, grazie a Dio. Dovete contare su Dio e sullo Stato Islamico". Molto probabilmente, l'audio del Califfo risale al maggio scorso ed è stato diffuso con maggior forza solamente adesso dagli jihadisti per rafforzare la loro campagna a favore dei migranti.

Analisti interpellati da WikiLao sottolineano un sottotesto del messaggio, che va pesato considerando che "chi anche lo volesse, avrebbe serie difficoltà a rimettersi in viaggio in tempi brevi, stavolta verso le zone controllate dall'Isis".

Il video è ritenuto "parte di una sofisticata operazione-simpatia" avviata dall'autoproclamato Califfato e che "rischia effettivamente di fare presa fra chi, sentendo tradite le aspettative del suo viaggio verso l'Europa, potrebbe raccogliere l'invito alla radicalizzazione",

anche rimanendo in quelle terre cristiane nelle quali, è comunque l'intendimento esplicitato nel filmato, si vuole comunque entrare. Col solo interrogativo, ripetuto due volte: "Da quale porta?".

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