L'asse Mosca-Damasco: Assad a colloquio da Putin

Putin: "Per risolvere la crisi siriana è necessario un processo politico con la partecipazione di tutte le forze politiche, i gruppi etnici e quelli religiosi. La Russia è pronta a dare il proprio contributo non solo durante le azioni belliche di lotta al terrorismo ma anche durante il processo politico"

L'asse Mosca-Damasco: Assad a colloquio da Putin

Assad ieri è stato a Mosca per un colloquio con Vladimir Putin. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. I due leader hanno discusso della campagna militare congiunta contro lo Stato islamico in Siria. Ma non solo. L'asse Mosca-Damasco, infatti, mira a tenere in piedi il regime di Assad. "La notte scorsa - si legge in una nota - per una visita di lavoro, è stato a Mosca il presidente della Repubblica araba di Siria, Bashar al Assad. Si sono svolti colloqui con il presidente russo Vladimir Putin in formato ristretto e in formato allargato". "I colloqui - spiega Peskov - sono stati abbastanza lunghi e la tematica è del tutto comprensibile", ha sottolineato riferendosi agli sviluppi del conflitto siriano. I due leader hanno discusso delle questioni relative alle operazioni militari dell’aviazione russa e dell’esercito di Damasco.

Per risolvere la crisi siriana, ha detto Putin, è necessario "un processo politico con la partecipazione di tutte le forze politiche, i gruppi etnici e quelli religiosi" e per questo la Russia è pronta a "dare il proprio contributo non solo durante le azioni belliche di lotta al terrorismo ma anche durante il processo politico. La Siria - ha aggiunto il capo del Cremlino - per noi è un paese amico, noi siamo pronti a dare il nostro possibile contributo non soltanto durante le azioni belliche nella lotta al terrorismo ma anche durante il processo politico. Naturalmente - ha precisato - siamo in contatto stretto con altri paesi del mondo e della regione che sono interessati a una soluzione pacifica del conflitto".

Il viaggio di Assad a Mosca viola le sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione europea al regime di Damasco, confermando la volontà di Mosca di sfidare l’Occidente sul capitolo Siria.

Ieri intanto la Nato ha fatto sapere di non essere coinvolta nella discussione internazionale sul futuro del presidente siriano. "Noi sosteniamo tutti gli sforzi internazionali per trovare una soluzione politica", ha reso noto un dirigente dell’Alleanza Atlantica in risposta alle notizie riportate dai media turchi su un piano della Nato per l’exit strategy di Assad. La fonte fa notare inoltre che "la Nato come organizzazione non è coinvolta negli sforzi della coalizione anti-Isis, anche se tutti i suoi alleati partecipano a quello sforzo".

Assad: intervento russo ha fermato l'espansione del terrorismo

Per il presidente siriano i raid aerei russi, iniziati lo scorso 30 settembre, hanno contribuito a "fermare l’espansione dei gruppi terroristici" in Siria. Nel corso del faccia a faccia, Assad ha detto che "il popolo siriano apprezza il sostegno russo, evidenziando come alla "mobilitazione militare deve fare eseguito un’azione politica».

A questo proposito, il presidente siriano ha dichiarato che l’obiettivo delle operazioni militari è fermare il "terrorismo" che è un ostacolo alla "soluzione politica" della crisi siriana. Assad ha infine rimarcato la necessità di "porre fine a qualunque forma di sostegno al terrorismo", sottolineando che deve essere garantita ai siriani la possibilità di "determinare il loro futuro".

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