Libia, Pinotti: "Pronti a guidare la coalizione. Almeno 5mila uomini"

La Farnesina vuole guidare la coalizione. Pinotti: "In Afghanistan eravamo 5mila. Ma la Libia ci riguarda da vicino". Sostieni il reportage

Libia, Pinotti: "Pronti a guidare la coalizione. Almeno 5mila uomini"

L'Italia è pronta. Si parla soltanto di ipotesi per ora, ma se dovesse essere chiesto al Paese di mettersi alla testa di una coalizione internazionale per un intervento in Libia, non ci tireremmo indietro.

È questo il senso delle parole del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che in un'intervista al Messaggero ricorda che tutti, nel panorama internazionale, "individuano nell'Italia la nazione col ruolo di protagonista" nel Paese, per ragioni storiche e per le aspettive dei libici.

"La nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente", dice il ministro, che ricorda come in Afghanistan siano stati mandati cinquemila uomini, in quello che era un Paese storicamente meno legato all'Italia. E che dunque a maggior ragione per Tripoli si dovrà fare di più.

Sulla possibilità di inviare truppe di terra c'è comunque ancora da discutere. Ed è il sindacato di polizia Sap a tirare il freno sulle dichiarazioni della Pinotti, spiegando che i numeri ipotizzati porterebbero a una spesa non inferiore al mezzo miliardo di euro l'anno, quando non si riescono a trovare neppure 20 milioni per la sicurezza interna.

Le regole di ingaggio andranno chiarite con gli alleati. Anche sui Paesi che potrebbero aderire alla coalizione per ora si parla soltanto di ipotesi, ma il ministro Pinotti ipotizza che "quelli dell'area" possano unirsi a "Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Malta" e sicuramente all'Italia. E che "sulla partecipazione diretta degli Stati Uniti si vedrà".

Il ministro ha già parlato con l'inviato dell'Onu per la Libia e con il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry. Il Cairo sembra peraltro al momento riluttante sulla possibilità di un intervento e ancora ieri sera ha escluso un intervento militare.

Roma vuole una coordinazione internazionale per "coordinarci in un

sistema di legalità internazionale", ma chiarisce che ci sono anche "esigenze di difesa nazionale". E sulla possibilità che uomini del sedicente Califfato possano arrivare sulle nostre coste: "Non possiamo escluderlo".

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