È crollata la terra sotto i piedi di Harvey Weinstein, il co-fondatore di uno degli studios più importanti di Hollywood, travolto dallo scandalo di accuse di molestie sessuali rivoltegli da attrici e sue dipendenti. "Cercare di ricostruire quello che è successo vent'anni fa è stato difficilissimo, credetemi. Mi sono messa in gioco in prima persona e ho fatto in modo che anche altre donne potessero parlare". A parlare è Asia Argento che, dopo la pubblicazione dell'inchiesta del New Yorker in cui ha denunciato di essere stata violentata da uno dei più potenti produttori di Hollywood, torna a raccontare la sua storia in una intervista alla Stampa. "La cosa più sconvolgente sono le accuse delle donne italiane, la criminalizzazione delle vittime delle violenze".
La Academy of Motion Pictures Arts and Science, che oggi anno assegna i premi Oscar, lo ha espulso, accogliendo peraltro la richiesta avanzata dallo stesso fratello Bob, con cui nel 1975 fondò la Miramax, venduta nel 1993 a Disney e poi la "Weinstein Company" nel 2005. Società con cui ha sempre collezionato tali successi da averne fatto il re Mida di Hollywood. Da quando il New York Times il 5 ottobre rivelò la portata dello scandalo di attrici o sue dipendenti molestate nel corso di trent'anni di attività, si è aperto lo tsunami di star che - dopo aver taciuto per anni e decenni temendo la sua vendetta - lo hanno accusato di averne abusato ed anche di averle stuprate. Tra queste c'è anche Asia Argento. "Non sono l'unica che ha deciso di parlare adesso - spiega la figlia del regista horror - hanno parlato tutte ora". In molti si chiedono, infatti, perché nessuna abbia parlato prima. "Perché Harvey Weinstein era il terzo uomo più potente di Hollywood - replica la Argento - ora è diventato il duecentesimo e il suo potere e la sua influenza si sono sensibilmente ridotti".
"Io mi sono opposta dieci, cento, mille volte a Harvey Weinstein. Mi ha mangiata - si sfoga la Argento - un orco in mezzo alle gambe è un trauma. Io ero una ragazzina. Questa è una cosa che ricordo ancora oggi. Una visione che mi perseguita. Non c'è bisogno di legare le donne, come dice qualcuno, perché ci sia violenza". La violenza subita dall'attrice risale al 1997. "In Italia, solo un anno prima lo stupro era diventato crimine contro la persona e non solo contro la morale - continua a raccontare alla Stampa - pensi se avessi parlato allora.
Come avrei potuto? E poi sì, era per la mia carriera! Un tempo io ci tenevo tantissimo alla mia carriera. Ero giovane e anche io avevo i miei sogni. Non volevo niente da Weinstein, ma non volevo nemmeno che mi distruggesse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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