Entro il 2030 gli islamici rappresenteranno l'8 per cento della popolazione europea. Nell'Unione Europea il loro tasso di crescita finora è stato dell'1 per cento ogni dieci anni. Nel 2010 erano saliti al 6 per cento, mentre tra 15 anni saranno all'8. I dati li riferisce un sondaggio Pew Forum. Lo studio realizzato negli Stati Uniti traccia l'identikit dei musulmani che vivono in Europa. Età media di 32 anni con residenza in Germania o in Francia. Fra i due paesi è un testa a testa per il primato. Nel 2015 gli islamici in Germania erano 4,8 milioni, pari al 5,8 per cento della popolazione mentre i francesi isalmici erano 4,7 milioni, il 7,5 per cento della popolazione. Lo stesso istituto di statistica ha realizzato uno studio sull'espansione dell'islam nel mondo. Entro il 2030 la popolazione musulmana crescerà del 35 per cento e aumenterà con un tasso doppio rispetto a quello delle altre popolazioni di altre fedi religiose.
In prospettiva l'incremento della popolazione musulmana su scala mondiale, secondo lo studio americano, sarà così ripartito: il 60 per cento abiterà nella zona Asia-Pacifico, per il 20 per cento in Medio Oriente e in Africa del Nord. Il Pakistan potrebbe diventare il Paese a più altà densità di abitanti di religione musulmana del mondo superando l'Indonesia che conta in questo momento conta 205 milioni di abitanti. Un altro elemento rilevante riguarda il tasso di fertilità delle donne nei paesi a maggioranza musulmana indicizzato al livello di istruzione. Nei paesi dove le donne hanno un basso tasso di scolarizzazione la media è di 5 figli per donna. Il doppio della media per i paesi dove le donne musulmane hanno un elevato livello di scolarizzazione. Un'eccezione riguarda i territori della Palestina dove nonostante il basso tasso di scolarizzazione la media è di 4,5 figli per donna. Tutti dati, questi, da tenere sotto controllo. Perché tra 15 anni i residenti di fede musulmana i n Europa rappresenteranno circa il 10 per cento della popolazione del vecchio continente.
E in Italia qual è la situazione? L’appartenenza religiosa è un dato sensibile, quindi non rilevato dall’Istat. Per mettere a fuoco il fenomeno, bisogna aggrapparsi a tre punti fermi, autorevoli. Il Cesnur – il centro studi sulle nuove religioni di Introvigne – nel 2012 ha stimato in 115mila i musulmani italiani, vuol dire immigrati e convertiti, quarta minoranza religiosa dopo protestanti,Testimoni di Geova e Buddhisti.
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