Rivoluzione imminente per i programmi didattici destinati agli studenti del Regno Unito. Al fine di adeguare la realtà scolastica alla “costante trasformazione” della società britannica, il Governo di Sua Maestà intende sostituire la materia “Religione cristiana”, oggi di carattere facoltativo, con un insegnamento obbligatorio nuovo di zecca: “Educazione alle visioni del mondo”. La nuova materia non risulterà incentrata sulla storica fede nazionale, ma riserverà maggiore enfasi alle correnti di pensiero e alle filosofie rappresentative dell’attuale società “multiculturale”.
Damian Hinds, titolare del Dipartimento dell’Istruzione, ha annunciato di volere sottoporre “al più presto” al vaglio della premier May un progetto di revisione dell’educazione religiosa nelle scuole. Il Ministro ha precisato di avere tratto l’ispirazione per tale progetto da uno studio pubblicato recentemente dalla Commission on Religious Education, agenzia indipendente con il compito di fornire pareri al Governo riguardo all’“aggiornamento” dei corsi di studio. Ad avviso dell’agenzia, l’introduzione, nelle scuole primarie e secondarie, dell’“Educazione alle visioni del mondo” sarebbe una scelta idonea ad adeguare i programmi didattici nazionali alla “splendida disomogeneità” della società britannica contemporanea.
Il “via libera” alla nuova materia quale insegnamento obbligatorio, inoltre, sarebbe la soluzione adatta a scongiurare l’eliminazione dell’educazione religiosa dai piani didattici. Sempre meno studenti, infatti, scelgono di studiare, tra le materie facoltative, la tradizionale “Religione cristiana”. Attraverso il nuovo insegnamento, gli alunni avranno modo di confrontarsi con le visioni del mondo caratteristiche della “contemporaneità”: laicità, ateismo, agnosticismo, Islam, Buddhismo. Di conseguenza, la millenaria fede cristiana, fondamento della civiltà occidentale, perderà rilevanza nell’ambito delle innovazioni proposte dal Ministro dell’Istruzione e dalla Commission on Religious Education.
Il Reverendo John Hall, vertice dell’agenzia, ha giustificato con queste parole la revisione dei piani didattici: “La vita in Gran Bretagna, come nel resto del mondo, è profondamente cambiata rispetto agli anni Settanta, periodo in cui è stato introdotto nelle scuole l’insegnamento della religione cristiana. Oggi, i giovani hanno la possibilità di crescere in una società splendida perché sfaccettata e multiculturale. Ogni giorno, essi, grazie anche ai media, vengono a conoscenza di visioni del mondo sempre nuove. Di conseguenza, per i giovani non è importante conoscere in maniera approfondita la storia e i precetti del Cristianesimo, in quanto preferiscono confrontarsi con l’impressionante molteplicità di culture tipica del mondo contemporaneo.”
La riforma caldeggiata da Damian Hinds, a sorpresa, ha ricevuto il plauso della Chiesa anglicana, istituzione che, negli ultimi anni, ha iniziato a guardare con favore a fenomeni sociali, quali matrimoni omosessuali e teoria del gender, apparentemente incompatibili con i valori cristiani. Nigel Genders, responsabile della Chiesa d’Inghilterra per i temi legati all’educazione dei giovani, ha affermato: “L’uomo di oggi è sempre meno confinato in una dimensione religiosa nazionale, in quanto si apre costantemente a correnti di pensiero e a filosofie di vita provenienti dagli angoli più remoti del Creato. La riforma promossa dal Governo mira a conferire ai giovani un’idea della religione aderente al contesto sociale contemporaneo e a rendere l’insegnamento di quest’ultima meno distante dalle tradizionali materie umanistiche e scientifiche.”
Immediato il sostegno nei confronti dell’iniziativa del Ministro da parte delle associazioni atee. La National Secular Society, in una nota, dichiara: “La decisione delle autorità, anche se adottata con spaventoso ritardo, rappresenta un cambiamento epocale nella storia dell’educazione scolastica britannica. Il rapporto tra sfera pubblica e religione è destinato a mutare in maniera significativa, con effetti estremamente positivi per la crescita intellettuale delle nuove generazioni. Ci auguriamo che la svolta annunciata dal Governo non resti, come accaduto in passato, lettera morta.”
L’unica istituzione schieratasi a difesa del tradizionale insegnamento della “Religione cristiana” è stata la Chiesa cattolica del Regno Unito.
La Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, tramite il proprio portavoce, ha accusato le autorità di volere “annacquare” la rilevanza storica e lo spessore dottrinale del Cristianesimo: “La riforma sostenuta dal Governo non ha come obiettivo migliorare la qualità dell’educazione religiosa, bensì stravolgere quest’ultima. Sottoporre all’attenzione dei giovani concetti generici e privi di retroterra storico-dottrinale rappresenta un tentativo velato di cancellare la sfera spirituale dalle scuole del Paese.”
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