Questione di termini, ma termini con un peso specifico non indifferente. Nonostante le proteste di Israele, l'Unesco ha approvato oggi un testo su Gerusalemme in cui il nome ebraico del Monte del Tempio - complesso che include anche il Muro del pianto - non è citato.
Già da alcuni giorni Israele ha annunciato di volere interrompere "tutte le operazioni" con l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa del patrimonio dell'umanità, in virtù della relazione voluta dai Paesi arabi per proteggere il complesso monumentale a Gerusalemme, che nega nella stesura i legami di Israele con il suo luogo più sacro, parlando di un luogo "della Palestina" e della tutela del "carattere distintivo di Gerusalemme Est".
Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan i Paesi che hanno proposto la risoluzione, esaminata e votata dai 58 Stato membri e passata oggi "senza bisogno di una seconda votazione", secondo quanto ha comunicato lo stesso Unesco.
Una questione che aveva portato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a parlare di una risoluzione che non tiene conto delle connessioni israeliane con "il Monte del Tempio e il Muro del Pianto". Come dire "che la Cina non ha legami con la Grande Muraglia o l'Egitto con le piramidi".
Soddisfazione arriva invece dalle autorità palestinesi, che anzi si sono rammaricate
per quegli stati, come il Messico, che a loro dire hanno "accettato di soccombere" alle pressione e "spostato il focus del dibattito dalle azioni illegali e coloniali di Israele a Gerusalemme Est a questioni irrilevanti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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