Maidan, i cecchini c'erano, ma erano filogovernativi

Durante la rivolta di piazza Maidan, degli uomini vicini al governo avrebbero sparato contro i manifestanti per incrementare l'odio contro i russi

Maidan, i cecchini c'erano, ma erano filogovernativi

La folla di piazza Maidan. Una Honda nera con targa governativa e un uomo che porta in testa un caschetto bianco. Sono questi gli elementi che formano un vero e proprio giallo sulla presenza di cecchini governativi pronti a colpire sulla folla. Anch'essa ucraina. Cecchini che sparano per far crescere l'odio nei confronti dei russi e di Vladimir Putin.

È nella macchina dell'uomo, la Honda nera, che viene trovato un fucile. Prontamente interviene Serhiy Pashynskyi, deputato ucraino. Sullo sfondo un uomo che guarda attentamente ciò che sta accadendo. Quest'uomo è Yuri Sobolta, un uomo del ministero degli interni e particolarmente vicino al ministro Arsen Avakov. Sobota si avvicina prima a Pashynskyi, che gli ordina qualcosa. Avakov sale sulla macchina e si allontana dalla folla. Con lui anche il fucile.

Tra gli accessori del fucile c'è anche un silenziatore che, come ci spiega un esperto

d'armi, viene usato soprattutto in ambito militare affinché non si capisca da dove è stato sparato il colpo. Sparare per confondere e intimorire.

Dunque è vero. In piazza Maidan i cecchini c'erano. Ma erano filogovernativi.

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