Hamas ora chiama all'intifada. Israele colpisce Striscia di Gaza

Levata di scudi dei Paesi arabi contro gli Stati Uniti. Arriva la chiamata alle armi di Hamas: "Intifada popolare globale". E Israele manda rinforzi in Cisgiordania

Hamas ora chiama all'intifada. Israele colpisce Striscia di Gaza

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è convinto che "molti" Paesi seguiranno gli Stati Uniti e riconosceranno Gerusalemme come capitale di Israele. I contatti sarebbero già in corso. Per il momento, però, la decisione di Donald Trump sta già infiammando i Paesi arabi. Qatar, Libano, Egitto, Giordania, Bahrein, Algeria, Tunisia, Kuwait e Arabia Saudita hanno tutti accusato il tycoon di "mettere a rischio il processo di pace". Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha già lanciato un appello alla sollevazione palestinese contro Israele invocatndo "una intifada popolare globale".

Hamas chiama alle armi

Recep Tayyip Erdogan ha annunciato una serie di colloqui con alcuni leader mondiali. Secondo quanto riferito dal sito del quotidiano Sabah, Il presidente turco vuole affrontare la questione con papa Francesco e i leader di Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna sottolineando come la modifica dello status di Gerusalemme sia una questione che allarma anche i cristiani. Quel che è certo è che tutti i Paesi arabi hanno colto l'occasione, dopo l'annuncio della Casa Bianca, di rinnovare gli attacchi ai loro nemici di sempre: gli Stati Uniti e Israele. Tanto che Hamas ha subito ricordato l'ondata di proteste che all'inizio di quest'anno erano scoppiate contro i cambiamenti dello status quo per la Moschea di al-Aqsa (il Monte del Tempio). "Serve una nuova intifada globale", ha detto Haniyeh esortando tutte le fazioni palestinesi a mettere da parte le loro divergenze per una strategia congiunta contro Israele e gli Stati Uniti.

Tensioni e scontri

Dopo le minacce di Hamas, l'esercito israeliano ha immediatamente rafforzato la presenza di truppe in Cisgiordania. Secondo il Jerusalem Post, sarebbero già stati schierati alcuni battaglioni accelerando così la raccolta di notizie di intelligence. Altre truppe sono state messe in allerta in vista di eventuali, ulteriori sviluppi. Alcuni scontri sono già esplosi nel quartiere di Bab al-Zawiya, nel centro di Hebron, tra l'esercito israeliano e giovani palestinesi, mentre tensioni sono state registrate alla Porta di Damasco, uno dei principali punti di accesso alla Città Vecchia (guarda il video).

Razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Haza, per precipitare prima ancora di raggiungere il confine israeliano. A questa azione Israele ha risposto colpendo due obiettivi di Hamas con carriarmati e aerei.

A preoccupare, però, non è soltanto Hamas. Dal mondo arabi stanno, infatti, arrivando messaggi minacciosi. Il ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammad bin Abdurrahman Al-Thani, ha definito la decisione di Trump "una condanna a morte per il processo di pace". Il primo ministro libanese Saad Hariri ha chiesto ai Paesi arabi di unirsi contro questa mossa. Lo stesso segnale è, poi, arrivato dal Cairo, dal governo giordano, dal ministero degli Affari Esteri del Bahrain, dall'Algeria, dal Kuwait e dai talebani in Afghanistan.

La minaccia dello Stato islamico

Lo Stato islamico ha pubblicato, attraverso l'agenzia Al Khayr, un video in cui invita tutti i musulmani a "riportare il terrore su Israele attraverso esplosioni, incendi e accoltellamenti" e a "uccidere gli ebrei in ogni modo possibile". Nel video, che dura una decina di minuti, vengono mostrate scene di attacchi da parte di Israele ai danni dei palestinesi accusando gli ebrei di essere "capo della rovina e dell'uccisione di musulmani in ogni luogo". Un narratore incita, dunque, i propri seguaci a ribellarsi e reagire con la violenza. "Con loro non valgono accordi, negoziati, incontri o trattati: loro sono il male", continua la narrazione dell'esercito nero del califfo Abu Bakr Al Baghdadi. Le indicazioni per la ribellione sono chiarissime: "Quale modo migliore per avvicinarsi ad Allah se non uccidendo un ebreo.

Alzati e uccidilo, con l'accoltellamento, o con il veleno, oppure investendolo con l'auto. Mettete le bombe nelle loro piazze e incendiate le loro case". Il messaggio finale: "Entreremo a Gerusalemme e vi uccideremo nel peggiore dei modi".

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