Ora Mosca risponde agli Stati Uniti: "Armi a Kiev? Ci sarà un'escalation"

Washington valuta se inviare armi in Ucraina. Il Cremlino: "Toni inaccettabili. Vogliono una destabilizzazione"

I danni a un edificio dopo un bombardamento a Donetsk, in Ucraina
I danni a un edificio dopo un bombardamento a Donetsk, in Ucraina

Mosca non ci sta a farsi mettere i piedi in testa, né dagli Stati Uniti, né tantomeno dall'Europa. Lo ha chiarito oggi il capo del Consiglio di Sicurezza del Cremlino, Nikolai Patrushev, parlando con l'Interfax.

E se ieri il presidente Obama aveva accusato i russi di "avere violato ogni impegno preso sull'Ucraina" e il cancelliere Merkel aveva chiarito che l'Europa non è disposta a rinunciare "al principio dell'integrità territoriale", oggi dal Cremlino è arrivata la risposta.

"Se gli Stati Uniti decideranno di fornire armi all'Ucraina, si tratterà di un'ulteriore escalation del conflitto", ha commentato Patrushev, specificando però che Mosca risponderà molto probabilmente con "strumenti diplomatici".

A parlare anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha dichiarato che i russi vogliono una soluzione per la crisi, ma che invece "gli altri progetti di rafforzare le sanzioni, isolarci, di inviare armi, sono tutti passi che, purtroppo, mirano a destabilizzare la situazione". E che le autorità europee non possono "usare questi toni con noi".

Ieri

l'amministrazione americana aveva fatto sapere di considerare anche di inviare a Kiev "armi difensive letali", chiarendo però che sulla questione sarà necessario consultarsi con gli alleati e che una decisione non è ancora stata presa.

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