Bufera sul primo ministro israeliano. Parlando al congresso sionista Benyamin Netanyahu ha detto che Hitler all’epoca non voleva sterminare gli ebrei. Sarebbe stato convinto alla "soluzione finale" dal Muftì di Gerusalemme, Haj Amin Al-Husseini. "Hitler -ha detto il premier israeliano - all’epoca non voleva sterminare gli ebrei ma espellerli. Il Muftì andò e gli disse 'se li espelli, verranno in Palestina'. 'Cosa dovrei fare?, gli chiese il dittatore tedesco. E il Muftì rispose: Bruciali".
Il quotidiano israeliano Haaretz ricorda che Netanyahu non è nuovo a queste posizioni. In un discorso tenuto alla Knesset nel 2012, infatti, aveva definito Husseini "uno dei principali architetti" della soluzione finale.
Il leader dell’opposizione, Isaac Herzog, stigmatizza le affermazioni del premier: "Una pericolosa distorsione. Chiedo a Netanyahu di correggerla immediatamente perché minimizza la Shoah... e la responsabilità di Hitler nel terribile disastro del nostro popolo".
"Lo Stato di Palestina - afferma il segretario generale dell’Olp Saeb Erekat - denuncia le affermazioni (di Netanyahu sulla Shoah, ndr) in quanto moralmente indifendibili ed infiammatorie".
Travolto dalle polemiche il premier israeliano Netanyahu prova a difendersi: "Non ho avuta alcuna intenzione di sollevare Hitler dalla responsabilità per l’Olocausto e la soluzione finale".
"Non c’è nessun
motivo per cambiare la storia", ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert. "Conosciamo bene l’origine dei fatti - ha aggiunto - ed è giusto che la responsabilità sia sulle spalle dei tedeschi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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