Ondata di sbarchi in Spagna: ora a Madrid si teme l'invasione

Solo giovedì sono arrivate decine di barchini dall'Africa. Si teme un tentativo da parte del Marocco di fare pressione sul nuovo governo, che ha già aperto le porte agli immigrati

Ondata di sbarchi in Spagna: ora a Madrid si teme l'invasione

Dopo la Grecia e l'Italia, potrebbe essere la Spagna a diventare il nuovo fronte caldo degli sbarchi di migranti dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Asia centrale? Se negli ultimi anni i dati hanno sempre visto la nostra penisola in testa alla classifica degli arrivi - con la vistosa eccezione del 2015, quando il boom degli arrivi dalla Turchia assegnò alla Grecia questo poco invidiabile primato - fino ad ora Madrid ha sempre dovuto pagare il conto più leggero.

Grazie a buoni accordi con i governi di Marocco e Algeria e grazie alle imponenti fortificazioni che circondano le enclaves africane di Ceuta e Melilla, gli spagnoli sono sempre riusciti a mantenere gli ingressi illegali di migranti nell'ordine delle poche migliaia. Quest'anno, però, le cose potrebbero cambiare. Vediamo perché.

Alla metà di giugno, stando ai dati forniti dall'Unhcr, in Italia erano sbarcati oltre 15mila migranti, mentre in Spagna ne erano arrivati più di 12mila e in Grecia appena meno. Per la prima volta la penisola iberica presenta dati comparabili con quelli dello Stivale e dell'Ellade. Come mai?

Un fattore essenziale è rappresentato dal cambio di governo: appena pochi giorni fa, infatti, l'esecutivo moderato di centrodestra di Mariano Rajoy, costretto alle dimissioni per uno scandalo legato alla corruzione, ha dovuto lasciare il posto alla compagine di sinistra presieduta dal socialista Pedro Sanchez.

L'apertura del governo socialista

Nel breve giro di una settimana questo avvicendamento ha prodotto effetti molto significativi nell'andamento dei flussi migratori dal Nordafrica. Da un lato il nuovo governo insediatosi a Madrid ha compiuto una serie di passi che sembrano inaugurare una politica delle porte aperte in forte discontinuità con la linea sin qui tenuta dalla Moncloa negli ultimi anni: primala decisione di fare sbarcare a Valencia gli oltre seicento migranti della nave "Aquarius", a cui il governo italiano ha platealmente negato lo sbarco nel nostro Paese; quindi l'annunciodi voler rimuovere il filo spinato dal muro di confine di Ceuta e Melilla e di voler reintrodurre l'assistenza sanitaria gratuita per i clandestini, abolita proprio dal governo di Rajoy.

Dall'altro lato c'è l'ondata di sbarchi dal Marocco. Un'ondata decisamente anomala: solo giovedì 14 giugno, riferisce il quotidiano iberico El Mundo, sulle coste andaluse sono arrivati 57 barchini con 471 migranti a bordo, giunti in Spagna dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra. Nei primi cinque mesi dell'anno, stando ai dati diffusi dal ministero dell'Interno spagnolo, le barche giunte sulle coste iberiche sono 432 e gli immigrati 9670: un aumento del 180% rispetto al 2017.

Una pressione del Marocco?

Se la tendenza è di un aumento globale sin dai primi giorni dell'anno, secondo gli analisti spagnoli giornate da record come quella di giovedì scorso sono da ricondursi a una precisa volontà delle autorità marocchine, che potrebbero tentare di mettere pressione al nuovo governo insediatosi a Madrid. C'è già un precedente nell'agosto del 2014, quando le autorità del Paese africano, abitualmente molto solerti nell'impedire le partenze di migranti, lasciarono partire 900 persone su 80 barchini in un solo giorno.

In molti attribuirono quell'onda anomala a un piccolo incidente diplomatico verificatosi nelle stesse acque alcuni giorni prima. La guardia costiera spagnola aveva fermato per errore lo yatch reale di re Mohammed VI. Uno sgardo non gradito, ripagato con una piccola invasione: un messaggio molto preciso per Madrid.

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