Un intervento dopo l'altro. Open Arms, la nave della ong spagnola Proactiva Open Arms, ha effettuato altro intervento nel Mare Mediterraneo dopo quello effettuato ieri al largo della Libia. Ora il numero degli immigrati clandestini presenti a bordo è salito a 123 e l'imbarcazione fa rotta verso il Vecchio Continente in cerca di "un porto sicuro" a cui attraccare. Già ieri sera, però, Matteo Salvini ha fatto firmare ai ministri Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta "il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane". Non resta che vedere se l'organizzazione non governativa deciderà di far rotta verso un altro Paese europeo o se deciderà di provare ad ingaggiare un braccio di ferro con il governo italiano.
"Ora serve un porto sicuro". L'annuncio è stato fatto dalla stessa ong spagola ieri sera dopo che in giornata la propria imbarcazione aveva recuperato i primi 52 immigrati che, a detta loro, stavano affondando. "Erano alla deriva - hanno raccontato i volontari della Open Arms - siamo arrivati appena in tempo...". Li hanno trovato nell'area "search and rescue" (Sar) e li hanno caricati a bordo. Poi hanno fatto rotta verso i porti del Vecchio Continente, senza però dire in quale Paese. Salvini si è messo per tempo firmando il divieto di ingresso in acque territoriali italiane per allontanare la nave con a bordo i clandestini dai nostri porti.
Questa notte Open Arms ha effettuato un altro intervento in mare aperto.
"Abbiamo salvato altre 68 persone", hanno spiegato i volontari della ong spagnola spiegando che le persone che hanno a bordo presentano "segni evidenti delle torture subite in Libia". Tra questi ci sarebbero anche due donne incinte, una delle quali è al nono mese e presenta già le contrazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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