Migranti di ritorno, che dall'aeroporto di Berlino si imbarcano alla volta di Erbil, nel Kurdistan iracheno.
Sembra uno scherzo ma non è così. Come svela un servizio di Euronews, c'è un piccolo gruppo di profughi che dopo essere arrivati in Europa vogliono tornare indietro, in quei Paesi da cui scappavano. A scoraggiarli sono diversi fattori: le procedure di asilo troppo lunghe, le condizioni d'accoglienza spesso aggravate dal sovraffollamento, persino il clima troppo rigido.
“Era stato mio marito a decidere di andare in Germania - spiega una donna che ha appena fatto ritorno in Iraq - Perché aveva visto altri farlo ma abbiamo trovato una situazione peggiore di quella che avevamo lasciato. Siamo restati tre mesi e non abbiamo avuto niente, il cibo era di cattiva qualità e troppo poco. Come si può sopravvivere a un inverno freddo in queste condizioni? I bambini piangevano dalle fame. Abbiamo speso 11mila dollari e siamo tornati a mani vuote”.
Ogni settimana, spiegano da Iraqi Airways, tre voli partono da Berlino verso Erbil e circa quattrocento rifugiati al mese lasciano la Germania. Ma si tratta di numeri che aumentano costantemente, a partire dallo scorso settembre.
Nel frattempo, però, in Europa l'emergenza migranti assume dimensioni sempre maggiori: nel 2015 la Germania ha accolto il 600% in più dei richiedenti asilo dell'anno precedente, soprattutto dopo che ad agosto la cancelliera Merkel ha spalancato le porte del Paese a chiunque ne facesse richiesta. Molto spesso le procedure per la richiesta d'asilo, ingolfate dall'altissimo numero di domande presentate, possono richiedere anche dei mesi per essere portate a compimento.
I cento a settimana che
decollano da Berlino rimangono comunque una goccia nell'oceano rispetto alle molte migliaia che ogni giorno sbarcano sulle coste europee. Ignari di ciò che li aspetta in quello che sognavamo come un illusorio Eldorado.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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