Di questi tempi, in America, se la prendono parecchio con le statue. Se non stanno a insudiciare quelle di Cristoforo Colombo, accusando il navigatore genovese di razzismo e genocidio, vanno a prendersela con i monumenti fascisti in Italia. Il New Yorker ha, infatti, pubblicato un servizio in cui chiede velatamente l'abbattimento di tutti i simboli del Ventennio. Una provocazione che, come fa notare il Giorno, ha scatenato pesanti critiche sul web. Sono stati infatti molti gli utenti che hanno fatto notare alla redazione del settimanale progressista il diverso approccio alla Storia che c'è tra l'Italia e gli Stati Uniti.
"Perché così tanti monumenti fascisti sono ancora in piedi in Italia?" è il titolo dell'articolo pubblicato da Ruth Ben-Ghiat sull'ultimo numero del New Yorker. La docente di Storia e Studi italiani presso la New York University punta il dito contro tutta l'architettura del Ventennio. Se la prende, per esempio, con il Foro Italico. Attacca brutalmente il Palazzo della Civiltà Italiana all'Eur bollandolo come una "reliquia di una aberrante aggressione fascista" che viene "celebrata come un'icona modernista" e criticando Fendi per averlo trasformato nel proprio quartier generale. E, uscendo da Roma, va a fare le pulci a tutti quegli edifici costruiti durante l'epoca fascista ed entrati nello skyline delle città italiane.
"È un dibattito molto provinciale", commenta Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera (e architetto), a Radio Cusano Campus. "Le opere d'arte in quanto tali non hanno appartenenza ideologica - spiega - se il New Yorker si interroga sul Colosseo Quadrato e sul quartiere Eur, noi potremmo interrogarci sulle schifezze che sono collocate a Washington, compresa la Casa Bianca. La Casa Bianca è uno scopiazzamento di altri monumenti nel mondo". In ogni città del nostro Paese esistono esempi di architettura razionalista, studiate in ogni parte del mondo.
"Oggi, invece, si fanno degli oggetti architettonici che vadano bene in qualsiasi parte del pianeta, sono indistintamente uguali - continua Rampelli - da qui a un secolo non ci sarà più alcuna differenza tra tutte le opere d'arte, sarà tutto uguale. Quest'ideologia massificatrice mortifica le diversità e quindi le identità specifiche di ogni popolo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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