Continua il braccio di ferro tra Russia e Turchia

Lavrov: "Erdogan non ha chiamato Putin". Ankara: "Niente voli, evitiamo nuovi scontri con la Russia". Forse un incontro il 30 novembre, ma il presidente russo si rifiuta

Continua il braccio di ferro tra Russia e Turchia

Dopo l'abbattimento del jet russo al confine tra Siria e Turchia, la tensione non accenna scemare. Ieri Putin aveva chiesto le scuse di Ankara, Erdogan ha assicurato di aver chiamato il capo del Cremlino. Una notizia smentita oggi dal ministro degli esteri Serghiei Lavrov secondo cui non c'è stata nessuna telefonata nelle scorse ore, salvo poi ammettere che da Ankara è arrivata una chiamata "circa 7-8 ore dopo" l'abbattimento del caccia.

Oggi la Turchia ha provato ad allentare il braccio di ferro sospendendo temporaneamente i suoi voli militari in Siria contro l'Isis. Secondo il quotidiano Hurriyet la decisione sarebbe stata presa in accordo con la Russia proprio per evitare il rischio di nuovi incidenti. Lo stop potrebbe durare fino a quando Ankara e Mosca non riapriranno i canali di dialogo, tra cui una hotline per la trasmissione di comunicazioni militari ritenuta necessaria per la prevenzione di possibili episodi ulteriori di tensione al confine.

Erdogan ha anche proposto di fissare un bilaterale il 30 novrembre a Parigi, alla vigilia del vertice sul clima. Vladimir Putin non ha però risposto alle richieste di Erdogan di avere una conversazione telefonica con lui a causa della "mancanza di prontezza da parte turca a porgere le scuse più elementari". La Russia ha inoltre deciso di sospendere dal primo gennaio 2016 il regime visa free con la Turchia: questo significa che i viaggiatori turchi non potranno più viaggiare in Russia senza un visto.

"Avvisiamo cordialmente la Russia di non scherzare col fuoco", avverte ora il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, "Supportare il regime di Assad in Siria, che ha ucciso 380 mila persone, significa giocare col, fuoco. Colpire gruppi di opposizione che hanno una legittimazione internazionale con la scusa di combattere contro l'Isis significa giocare col fuoco.

Usare un incidente in cui la ragione della Turchia è accettata dal mondo intero come scusa per tormentare i nostri cittadini che erano in Russia significa giocare col fuoco. Colpire irresponsabilmente camion che sono nella regione per ragioni commerciali o umanitarie significa giocare col fuoco".

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