Il piccolo Omran Daqneesh, il bambino simbolo dell'assedio di Aleppo, è vivo e sta bene. Lo avevamo conosciuto lo scorso agosto, quando era stato fotografato con gli occhi socchiusi, tutto sporco di sangue e polvere. Quell'immagine aveva giustamente commosso il mondo. Omran non era più un bambino. Era l'istantanea di una guerra che sta insanguinando la Siria da sei anni. Omran ora vive. Anzi, continua a vivere ad Aleppo. Lo ha raccontato suo padre alla tv libanese Al Mayadeen.
#حسين_مرتضى
— #حسين_مرتضى (@HoseinMortada) 5 giugno 2017
الطفل عمران محمد خير دقنيش والذي صورته المجموعات المسلحة بالشهر 8 من عام 2016 بحلب وادعت ان مجموعة الخوذ البيضاء هي انقذته pic.twitter.com/fWXaJJWmX7
La famiglia Daqneesh, lo scorso dicembre, ha deciso di rimanere nella città liberata dall'esercito siriano. Avrebbe potuto seguire i ribelli ad Homs, ma ha preferito rimanere ad Aleppo. E il padre, Abu Ali, accusa i ribelli di aver voluto "usare il suo sangue (del piccolo Omran ndr) e pubblicare le sue foto". "Gli ho tagliato i capelli - continua il padre - e gli ho cambiato nome, in modo tale da non farli continuare con questa storia, ma loro hanno continuato, postando altre foto. Grazie a Dio siamo qui e non abbiamo problemi".
Secondo quanto raccontato da Abu Ali, i ribelli gli avrebbero offerto grandi somme di denaro, sia come aiuti che come donazioni. Il padre del piccolo Omran fa anche il nome di Mousa al-Omar e Abu Al-Sheikh.
Il fotografo di Aleppo accusa il piccolo Omran
Subito
dopo la diffusione del filmato, è intervenuto Mahmoud Rslan, il fotoreporter vicino al movimento Harakat Nour al-Din al-Zenki che ha scattato la foto del piccolo Omran, accusando la famiglia Daqneesh di essere al soldo di Assad.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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