Parigi, donna uccisa al grido di "Allah Akbar"

Un fatto di cronaca passato in sordina o tralasciato dalla maggior parte dei media: Lucie Sarah Halimi, una donna ebrea di 66 anni residente a Parigi, è stata accoltellata e poi getta gettata dalla finestra di casa sua da un giovane musulmano

Parigi, donna uccisa al grido di "Allah Akbar"

Parigi, nella notte tra il 3 e il 4 aprile, Lucie Sarah Halimi, una donna di religione ebraica viene scaraventata fuori dalla finestra della sua abitazione. I vicini avrebbero sentito delle urla provenienti dal secondo piano, a quel punto avrebbero chiamato la polizia che, recatasi sul posto, avrebbe trovato un uomo di 27 anni intento ad urlare delle frasi in arabo. La polizia, dunque, avrebbe chiamato rinforzi, forse pensando ad un terrorista. Nel frattempo, però, il giovane sarebbe passato dal balcone, sarebbe salito al secondo piano, avrebbe accoltellato la donna e, al grido di Allah Akbar, l'avrebbe gettata dalla finestra mentre era ancora viva.

La notizia è passata in sordina ed è stata tralasciata dalla maggior parte dei media, ma il procuratore della Repubblica di Parigi, François Molins, ha ricevuto i responsabili della comunità ebraica della capitale francese dopo che questi avevano chiesto un incontro. La tesi sostenuta da alcune realtà ebraiche è che la matrice dell'omicidio sia l'antisemitismo: "A oggi, secondo i primi elementi dell’inchiesta e sulla base delle prime testimonianze, niente permette di definirne il carattere antisemita e niente permette di escluderlo" si legge in un comunicato stampa a firma del Crif, del Concistoro, del Fonds social juif unifié e del Servizio di protezione della comunità ebraica.

Il figlio della donna ha immediatamente dichiarato a Actualité Juive : "Non c’è dubbio che mia madre sia morta perché ebrea. Si deve fare conoscere la verità”. Tutti i figli della vittima conoscono bene l’assassino, essendo un vicino di casa: “Vive nel palazzo da 20 anni in una famiglia conosciuta per il suo antisemitismo. Un giorno una delle sorelle (dell’assassino n.d.r.) ha spinto mia sorella dalle scale. Un’altra volta l’ha insultata dicendole ‘sporca ebrea’".

Il cognome della donna, poi, non comprare putroppo per la prima volta in episodi tragici: "Ilan Halimi, torturato e ucciso nella banlieue parigina soltanto perché ebreo. Halimi era un ragazzo francese di origini marocchine. Rapito e torturato per tre settimane, è deceduto in ospedale dopo essere stato ritrovato agonizzante". Due casi non collegati, ma evidentemente rappresentativi di come la jihad, la criminalità e la povertà siano fattori fortemente concatenati in una realtà sociale, quella francese, che si appresta domenica ad andare alle urne per il primo turno delle presidenziali.

Parigi, in definitiva, viene nuovamente scossa da un caso di cronaca.

Ilan Halimi venne ammazzato perché ebreo. Sul caso della donna gettata dalla finestra i dubbi sul movente sono ancora molti, ma il sospetto della comunità ebraica secondo cui ci si trovi dinanzi ad una situazione simile è evidente.

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