La Polonia boccia la Carta dei diritti Ue: troppo filo-Lgbt

Il veto della Polonia ferma l'approvazione del documento. Secondo Varsavia, dovevano essere menzionate espressamente le discriminazioni contro ebrei e cristiani

La Polonia boccia la Carta dei diritti Ue: troppo filo-Lgbt

La Polonia di nuovo contro una decisione dell'Unione europea. Questa volta, il governo di Varsavia ha bloccato la firma della Carta europea dei diritti fondamentali. Il motivo, secondo i polacchi, è che il testo sia troppo favorevole alle istanze della comunità gay. La Polonia ha obiettato che nella Carta sia menzionata la discriminazione degli omosessuali ma non dei cristiani e degli ebrei. Ed è per questo che ha deciso di boicottarla.

La bozza della Carta è stata oggetto di dibattito durante la riunione dei ministri della Giustizia dell'Unione europea. La firma di Varsavia non è avvenuta a causa di questo passaggio: "Le persone Lgbt sono ancora spesso vittime di discriminazioni, violenza fisica e incitamento all'odio e alla violenza in tutta l'Unione europea".

Il governo conservatore della Polonia, di stampo marcatamente nazionalista e parte integrante del sistema del Gruppo di Visegrad, non solo ha rifiutato quest'affermazione, ma anche voluto spingere affinché fosse inserito esplicitamente la menzione di "cristiani ed ebrei". E ha posto il veto, rendendo impossibile l'approvazione.

Come riporta il Financial Times, il ministero della Giustizia polacco ha detto che ha posto il veto perché voleva sottolineare gli attacchi contro cristiani ed ebrei in Europa spesso realizzati per motivi religiosi ma che sono stati "spesso ignorati".

"La Polonia - ha spiegato il ministero - si è mossa per tener conto della necessità di proteggere i cristiani e gli ebrei dalla discriminazione religiosa in condizioni di parità con il protezione dei diritti delle persone Lgbt, dei figli di immigrati o delle donne".

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