Vladimir Putin a tutto campo. Il presidente ha parlato nel corso di una sessione di domande e risposte con il pubblico trasmessa in televisione. Secondo il leader del Cremlino è sbagliato mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo, come ha fatto di recente l'Ucraina vietando simboli e propaganda sia comunisti che nazisti. Spiega in questo modo la propria tesi: nonostante "le deformità e le repressioni", lo stalinismo, al contrario del nazismo, "non si è mai posto l’obiettivo di eliminare dei popoli". Putin tiene poi a sottolineare la differenza tra patriottismo e xenofobia, indicando nel nazionalismo un male per la Russia, costruita invece su basi multiculturali
A proposito delle sanzioni contro la Russia, scattate dopo la crisi ucraina, il presidente osserva: "Non siamo stati noi a rovinare i rapporti con l’Occidente". La condizione preliminare, spiega il capo del Cremlino, è il "rispetto degli interessi della Russia" e l’abbandono della logica del confronto e dell’imposizione da parte dei partner occidentali.
"Gli Usa non hanno bisogno di alleati ma di vassalli", tuona Putin, assicurando che la Russia "non si riconosce in questo sistema di relazioni". E insiste: "Gli Usa cercando di imporre il proprio modello di sviluppo ad altri Paesi in tutto il mondo ma falliranno. E ricorda poi che dopo la Seconda Guerra mondiale "anche l’Urss voleva imporre il proprio modello di sviluppo con la forza ad alcuni Paesi europei, e questo dobbiamo riconoscerlo".
Non ci sono forze militari russe in Ucraina, ribadisce Putin, negando le accuse dell'Occidente sulla presenza di truppe di Mosca in Ucraina orientale e sulla fornitura di aiuti ai ribelli separatisti filorussi nell'area. "La situazione ora è in un vicolo cieco". E indica l'unica via d'uscita: "Rispettare gli accordi di Minsk, la riforma costituzionale". Sostiene inoltre di "non fare differenze tra ucraini e russi: sostanzialmente sono la stessa nazione. Ripeto, noi siamo interessati alla normalizzazione delle relazioni con l’Ucraina e faremo il possibile per questo".
Capitolo missili all'Iran. Sono state la disponibilità e la flessibilità dimostrate dall'Iran nei colloqui sul suo programma nucleare, spiega Putin, a spingere la Russia a decidere di riprendere un contratto per la consegna a Teheran di missili antiaerei S-300. La Russia, ha aggiunto, continuerà a lavorare "come una sola entità" insieme ai suoi partner nelle Nazioni unite sulla questione dell'Iran. Le consegne di missili, ha proseguito, faranno da deterrente in Medioriente.
L’uccisione a Kiev del giornalista ucraino Oles Buzina è di matrice politica. Putin ne è convinto. Buzina era noto per le sue simpatie filorusse e anti Maidan. A proposito di persone assassinate, il presidente si sofferma anche su Boris Nemtsov, definendo l'omicidio "un evento tragico e vergognoso". E torna a elogiare il lavoro degli inquirenti: "Un giorno e mezzo dopo l’accaduto, Fsb e polizia sapevano i nomi degli esecutori, restava il problema di dove e come arrestarli", ha detto. Arresti che nel giro di pochi giorni sono arrivati. Il leader del Cremlino è rimasto vago sulla possibilità di assicurare alla giustizia il mandante dell’omicidio: "Non so, diventerà chiaro nel corso dell’indagine".
Nel rispondere a un'altra domanda Putin cita gli alleati della Russia, facendo riferimento a una frase dello zar Alessandro III: "La Russia ha solo due alleati, il suo esercito e la sua flotta".
Precisa poi che la Russia ha in particolare "rapporti molto buoni" con i Paesi con cui ha costituito il forum di potenze economiche emergenti del Brics (Brasile, India, Cina e Sudafrica) e con il Gruppo di Shanghai (di cui Mosca fa parte con le repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale e ancora la Cina).
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