Regno Unito, il prossimo primo ministro sarà donna: è scontro May-Leasdom

Escluso Michael Gove dalla corsa alla leadership del partito conservatore: il prossimo ministro del Regno Unito sarà scelto fra Theresa May e Andrea Leasdom

Le due candidate a Downing Street: a sinistra, Theresa May; a destra, Andrea Leasdom
Le due candidate a Downing Street: a sinistra, Theresa May; a destra, Andrea Leasdom

Il Regno Unito avrà il secondo primo ministro donna della propria storia, ventisei anni dopo le dimissioni della "lady di ferro" Margaret Thatcher.

Nella corsa alla leadership del partito conservatore, che deciderà il nome del successore di David Cameron al numero 10 di Downing Street si fronteggiano ormai solamente il ministro dell'Interno Theresa May e quello dell'Energia Andrea Leasdom, che ha raccolto l'endorsement di Boris Johnson. Tagliato fuori il titolare della Giustizia, Michael Gove, che nelle scorse settimane era dato fra i favoriti.

Nel voto condotto fra i parlamentari conservatori, la May ha racolto 199 voti, la Leasdom 84 e Gove appena 46. Ora il leader dei tories verrà eletto entro tre mesi fra i centocinquantamila membri del partito.

Mentre al referendum sull'uscita del Regno dalla Ue la May si era pronunciata in favore del Remain, ma facendo attenzione a non legarsi eccessivamente alla campagna del premier uscente Cameron, la Leasdom si è imposta nelle scorse settimane come una delle voci più autorevoli sul fronte del Brexit. Ora il ministro dell'Energia è vista come un punto di riferimento per chi cerca un successore di Boris Johnson, che possa raccogliere l'eredità di entusiasmo di quei conservatori che avevano supportato il "Leave".

I risultati della votazione di oggi fra i parlamentari, avverte però il quotidiano conservatore The Telegraph, non devono tuttavia trarre in inganno. Se la May può contare su una vasta maggioranza a Westminster (si mormora infatti che su di lei abbiano deciso di convergere i sostenitori di Gove), il ministro dell'Interno potrebbe non godere di altrettanto favore fra la base elettorale del partito.

Nel voto autunnale, dunque, la partita

per la poltrona di primo ministro del Regno Unito è ancora apertissima. Così come quella per capire chi prenderà il timone del governo di Sua Maestà nella perigliosa traversata che porterà Londra a divorziare da Bruxelles.

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