George Soros torna a farsi sentire. Il noto finanziere di origini ungheresi, fondatore dell'Open Society Foundations, ha appena pubblicato negli Stati Uniti "In Defense of Open Society", (In difesa della Società aperta), il manifesto politico-ideologico dello speculatore "filantropo" contro i sovranismi che si ispira al filosofo Karl Popper. Soros sostiene che stiamo vivendo un "momento rivoluzionario". Ricorda due precedenti momenti simili: la Seconda guerra mondiale e il crollo del comunismo, quando decise che essere ultra-milionario non gli bastava più e diede il via alla sua attività "filantropica" e a diffondere nell'est europeo i suoi ideali progressisti. Negli anni '80 e '90, scrive il Guardian, mentre pompava centinaia di milioni di dollari nell'Europa centrale e orientale, sentiva di nuotare con la marea. Ma ora, sostiene Soros, "la marea si è rivolta contro di me".
L'anno chiave è il 2016: anno del referendum sulla Brexit e dell'elezione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Eventi che, secondo lo speculatore, hanno messo in crisi il modello di "società aperta" al quale lui si ispirerebbe.
George Soros e i nemici della società aperta: "Trump? Un narcisista"
Intervistato proprio dal giornale inglese, l'89enne si presenta oramai completamente sordo e con gli acciacchi comuni a molti uomini anziani della sua età, ma lucido nel definire i suoi nemici, di cui è un fiero oppositore, come il premier ungherese Viktor Orbán o il Presidente degli Usa Donald Trump. "Sono disposto a rischiare la mia vita per le mie idee e credenze quando necessario, ma non mi espongo a inutili pericoli", dice. È improbabile che tornerà in Ungheria mentre Orbán è al potere poiché, afferma, teme che la propaganda contro di lui possa ispirare un attacco fisico. "È abbastanza pericoloso perché ha dei seguaci ciechi, proprio come Trump, e potrebbero provare a colpirmi".
Su Donald Trump, il magnate passa all'attacco: "Penso che sia un geniale imbroglione, che è riuscito oltre le sue stesse aspettative", dice. "È la realizzazione del sogno di un narcisista, ed è ciò che lo porta avanti". Soros, infatti, sostiene la candidata Elizabeth Warren, per la quale spende belle parole. "Ha l'esperienza e l'energia giusta. Comprende i difetti del sistema prevalente e ha molte idee innovative su come risolverli. Nei dibattiti farebbe a pezzi Trump". Gli piacciono anche i piani di Warren di aumentare le tasse per i ricchi. Il milionario Soros si considera un critico di vecchia data dell'attuale sistema finanziario, che deve sostenere la lotta ai cambiamenti climatici. "La disparità nella ricchezza negli Stati Uniti ha sicuramente contribuito all'ascesa di Trump", afferma al Guardian. "C'è una connessione tra i problemi della società aperta e i problemi derivati dai cambiamenti climatici, che Donald Trump nega". Trump, sottolinea Soros, "si sta scavando la fossa da solo".
Nel Regno Unito, Soros ha sostenuto elargendo milioni di sterline al movimento pro-Remain che si oppone alla Brexit, anche dopo il referendum del 2016. "Rientra nella categoria di ciò che chiamo filantropia politica", osserva. "La Brexit è un processo di disintegrazione che danneggia entrambe le parti. Soprattutto, i valori europei possono essere difesi meglio se entrambi sono uniti. I miei contributi non sono stati utilizzati per scopi di partito o elettorali. Sono stati usati per educare il pubblico britannico". Una visione tipicamente missionaria e universalista: ciò che Soros chiama "educare", per uno stato nazionale equivale all'interferire nei processi democratici.
Partiti, ong, e onlus: la rete di Soros in Italia
Come abbiamo evidenziato, la rete del finanziere in Italia coinvolge partiti politici, organizzazioni non governative politicizzate, onlus che favoriscono l'immigrazione e associazioni che sostengono le comunità rom. La mappatura dei finanziamenti con cui, tramite la Open Society Foundations, George Soros inonda il nostro Paese di soldi per plasmarlo a sua immagine e somiglianza, svela un progetto ben preciso che, al di là delle strenue difese dei progressisti, rischia di minare la sovranità dell'Italia. Tra il 2017 e il 2018, stando all'inchiesta pubblicata dall'agenzia Adnkronos, si parla di oltre otto milioni e mezzo di dollari versati nelle casse di quegli enti che si prefiggono come obiettivo la creazione di una società più aperta e accogliente.
Tra i beneficiari troviamo movimenti politici come i Radicali Italiani, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), che in passato ha fatto causa a quei Comuni che avevano combattuto in prima linea l'immigrazione clandestina, e organizzazioni internazionali come Purpose Europe Limited che opera in Italia per
promuovere una maggiore accoglienza. Il minimo comun denominatore dei 70 progetti finanziati nell'ultimo biennio (32 nel 2017 per un totale di 4.140.318 dollari e 38 nel 2018 per 4.387.630 dollari) è l'immigrazione di massa.
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