Se la Merkel fa finta di non ricordare gli storici accordi con Mosca

Berlino "mette in riga" l'Europa contro Putin. Ma dimentica l'importanza della Russia

Se la Merkel fa finta di non ricordare gli storici accordi con Mosca

La crisi tra Russia, Europa e Stati Uniti continua a tenere banco nelle cancellerie del Vecchio Continente. Il vertice del G-20 in Australia, dove il presidente russo Vladimir Putin è stato accolto con esagerata ostilità, ha messo ancora una volta in evidenza l’appiattimento europeo sulle posizioni di Washington ma, allo stesso tempo, una posizione non univoca sul muro contro muro con il Cremlino.

Le sanzioni, sebbene non lascino indifferente Mosca, si stanno dimostrando un boomerang per i Paesi europei, Italia in primo luogo. Non è un caso, infatti, che nell’ultimo vertice a Bruxelles i leader Ue abbiano deciso di non inasprire l’embargo, nonostante gli annunci della vigilia della cancelliera Angela Merkel e del premier britannico David Cameron, che a Putin avevano paventato nuove misure. Il fronte non è così unito come sembra, tanto che la Merkel che ha cercato di rimettere in riga in partner europei. “Il più grande pericolo è che ci si possa lasciar dividere – ha detto la cancelliera tedesca -. E’ importante che, sulla questione ucraina, Europa e Usa abbiano seguito la stessa rotta e su questa strada dobbiamo andare avanti”. Un messaggio chiaro ai “distinguo” dell’Italia e non solo.

Ma per motivare la sua battaglia contro Mosca, la Merkel ha addirittura tracciato scenari fantascientifici sulla crisi ucraina. “Chi avrebbe pensato che una cosa simile sarebbe potuta accadere 25 anni dopo la caduta del Muro e la fine della guerra fredda?”. Secondo la cancelliera, Putin considera l’Ucraina un paese nella sfera d’influenza russa e, inoltre, ha mire espansionistiche a ovest. “Non si tratta solo di Ucraina, si tratta di Moldavia, Georgia. Se va avanti così, ci si deve chiedere per la Serbia, per gli stati balcanici occidentali”. Mancano solo i cosacchi che si abbeverano in piazza San Pietro e può fare concorrenza a Nostradamus in profezie.

La cancelliera tedesca dimentica, o fa finta di non ricordare, quella partita a scacchi giocata dall’America e dall’Unione Sovietica all’indomani della caduta del Muro. Il leader della Casa Bianca George Bush senior, con lungimiranza e consapevolezza che il mondo stava cambiando, garantì a Mikhail Gorbaciov, ultimo presidente dell’Urss, che l’America non avrebbe “ballato sul Muro di Berlino”. Era un accordo non scritto in cui l’Occidente e la Nato si impegnavano a non allargare a est le frontiere, a eccezione delle repubbliche baltiche. Per Bush era importante mantenere l’equilibrio in Europa, il comunismo era caduto e non c’era alcun motivo per destabilizzare la Russia. Un impegno che non è stato mantenuto. Da allora, grazie anche alla disgregazione dell’Urss e all’iniziale debolezza di Mosca, la Nato e l’Unione europea hanno spostato sempre più a est i confini, inglobando Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, Romania, Bulgaria e, ora, l’Ucraina. Sono arrivati alla frontiera russa.

“Lo spirito di quegli accordi è stato rotto perché concordammo che le infrastrutture Nato non si sarebbero estese nella Germania dell’Est - ha detto Gorbaciov -. Poi hanno cominciato ad accettare nuovi Paesi nella Nato, violando lo spirito di quegli accordi”. L’ex presidente dell’Urss ha spiegato che l’idea principale era la graduale trasformazione della Nato e del Patto di Varsavia da alleanze militari in organizzazioni politiche. Ma così non è stato. “Ci impegnammo a non perseguire la superiorità militare sull’altro. E’ quanto succede ora? No”.

Che gli interessi strategici di Washington e Mosca siano come sempre divergenti è una realtà cui siamo abituati.

Ma siamo proprio sicuri che gli interessi europei, e italiani, vadano nella stessa direzione? Crediamo di no. E la stessa Merkel ha poi corretto il tiro: “La sicurezza in Europa, almeno nel lungo termine, non può essere garantita senza la Russia”.

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