Il presidente Bashar al Assad riconquista Palmira e infligge al califfo Abu Bakr al Baghdadi una pesante sconfitta. Le forze governative siriane, appoggiate dai raid russi, hanno ripreso il "pieno controllo" della città nel deserto che ospita il sito archeologico d'epoca romana patrimonio Unesco. Dal maggio dell'anno scorso era finita nelle mani insanguinate dei tagliagole dello Stato islamico.
Le forze governative siriane hanno avuto la meglio dopo una durissima battaglia che è durata tutta la notte. Dopo aver ricevuto l'ordine di lasciare Palmira dalla leadership del Califfato a Raqqa, i miliziani dello Stato islamico sono battuto in ritirata verso Sukhnah e Deir Ezzor. "Le truppe governative e le milizie loro alleate hanno 'ripulito' la città da tutti i militanti dell'Is e distrutto i loro ultimi covi - riferiscono fonti locali - mentre gli artificieri hanno eliminato tutte le mine e gli ordigni lasciati dai terroristi". Durante lo scontro, secondo l direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani Rami Abdulrahman, sarebbero morti almeno 400 miliziani del Califfato e 180 soldati. "L'esercito di Bashar al Assad - fanno sapere fonti militari - è tornato in possesso sia del sito archeologico sia dei quartieri residenziali".
Per le forze governative la riconquista di Palmira, che arriva dopo una campagna di tre settimane condotta dalle milizie di Assad e sostenuta da intensi attacchi aerei russi, apre gran parte del deserto orientale della Siria, che si estende al confine iracheno a sud e al cuore Stato islamico di Deir al-Zor e Raqqa a est.
Palmira era stata da loro conquistata nel maggio del 2015 e da quel momento il mondo ha temuto per la sua distruzione, avviata dai tagliagole dell'Isis facendo esplodere due templi presenti nel sito, un arco trionfale e una decina di tombe antiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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