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Isis, jihadisti vittime di leishmaniosi: 100mila casi accertati

L’infezione si propaga rapidamente tra i tagliagole islamici: colpite 100mila persone. Il nemico non è più l'Occidente. Sostieni il reportage

Isis, jihadisti vittime di leishmaniosi: 100mila casi accertati

I jihadisti dello Stato Islamico in Siria sono stati colpiti dalla leishmaniosi, malattia letale se non curata. Lo riporta il quotidiano britannico The Mirror, sottolineando che l’infezione si sta propagando rapidamente tra i tagliagole islamici per via delle scarse condizioni di igiene e finora ha colpito 100mila persone.

Il numero maggiore di casi è stato registrato a Raqqa. La forma più grave della malattia, quella viscerale, coinvolge diversi organi interni dell'addome e, se non curata adeguatamente, risulta letale nel 75-95% dei casi. Se curata può condurre comunque a morte nel 5% dei casi osservati.

In Siria è stato registrato un focolaio di leishmaniosi già “fuori controllo”, che ha portato ad almeno 100mila casi; mentre cresce il pericolo di diffusione della sindrome respiratoria Medio Oriente (Mers). La combinazione di questi due aspetti sta portando insomma alle "condizioni perfette per lo scoppio di epidemie di malattie infettive" come scrive Charlie Cooper sul The Indipendent. "Numerose zone della Siria sono vulnerabili perché la raccolta dei rifiuti è stata sospesa, permettendo ai flebotomi che trasmettono leishmaniosi di proliferare" spiega invece Peter Hotez,esperto di Malattie tropicali neglette (Mtn) al The Indipendent. "Le misure di controllo sanitario pubblico si sono fermate.

Ci sono guasti nella rete idrica e fognaria, e uno scarso accesso a medicinali e ospedali. Se tutto questo avviene contemporaneamente si ha una “tempesta perfetta di eventi”. Ovvero le condizioni ideali per lo scoppio di epidemie.

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