Spagna, un comune denuncia 46 piloti italiani per crimini di guerra

Il Comune di Durango, nei Paesi Baschi, vuole denunciare come criminali di guerra i piloti dell'Aviazione Legionaria che presero parte ai bombardamenti sulla città nel 1937

Spagna, un comune denuncia 46 piloti italiani per crimini di guerra

La sinistra spagnola più radicale non ha mai dimenticato la guerra civile che ha insanguinato il Paese negli anni Trenta. Periodicamente, i suoi rappresentanti, di ogni estrazione politica e di ogni area geografica, utilizzano i ricordi della guerra per riaprire il dibattito sulle violenze e soprattutto per condannare il franchismo. Ci sono comuni che innalzano bandiere repubblicane invece di quella spagnola, movimenti politici che usano il franchismo come etichetta per definire la destra spagnola, e in molti non accettano ancora il fatto che ci sia stato Franco e dopo di lui la Monarchia, accusata di essere il frutto di un accordo con la dittatura spagnola. Una lettura della storia molto spesso assolutamente lacunosa, che nega alla radice le violenze e i massacri avvenuti da parte delle sinistre che combattevano in Spagna e che nega la memoria di molte atrocità compiute dalle brigate internazionali comuniste e anarchiche.

L’ultimo episodio in ordine di tempo ha a che fare con l’Italia. Il comune di Durango, città nel cuore dei Paesi Baschi, rappresentato dal sindaco Aitziber Irígoras, ha deciso di denunciare “per crimini contro l’umanità” 46 piloti dell’Aviazione Legionaria Italiana che parteciparono ai bombardamenti che ebbero luogo in quella località. I fatti avvennero tra marzo e aprile del 1937 e provocarono la morte di un numero imprecisato di persone, oltre alla distruzione di centinaia di edifici, e che ancora oggi divide la comunità scientifica in quanto al numero di morti e riguardo alla logica del bombardamento. Alcuni storici parlano di circa trecento morti, ma altri rimangono ancora all’identificazione effettiva di 182 caduti, tra cui vengono inseriti anche i feriti morti per mancanza di soccorsi. Un attacco che molti storici della Guerra Civile considerano il primo bombardamento aereo contro civili inermi, mentre altri, al contrario, ritengono non sia stato un attacco esclusivamente rivolto alla popolazione civile, ma che avesse lo scopo strategico di interrompere le comunicazioni con Bilbao, tagliando le linee di rifornimento e di supporto ai repubblicani all’interno dei Paesi Baschi. Il che cambia molto la definizione dell’attacco sia in termini storici che in termini giuridici.

Il consiglio locale ha accompagnato la sua denuncia con un’indagine dello storico Jon Iriazabal, che è riuscito a trovare i nomi dei diversi soldati che hanno preso parte agli attacchi grazie all’accesso ai documenti presso l’Ufficio Storico delle operazioni in Spagna, con sede a Roma. Nello specifico, i ricorrenti sostengono che i bombardamenti siano stati perpetrati dai membri dell’Aviazione Legionaria, che aveva come basi le località di Soria e Agoncillo. Un punto essenziale della denuncia, dato che i problemi per identificare gli aggressori sono stati la causa per i quali e si è arenata una procedura simile a Barcellona. Inoltre, il fatto che la nazionalità dei presunti colpevoli sia italiana e non spagnola, ha permesso alla città di Durango di aggirare i limiti della legge di amnistia del 1977, che, secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, previene le azioni giudiziarie contro azioni di cittadini spagnoli che hanno avuto luogo durante la guerra civile.

La denuncia sembra l’ennesimo modo per la sinistra repubblicana spagnola di alzare un polverone mediatico sperando che si parli della Guerra Civile. Un modo per ottenere un certo grado di notorietà e per andare a riaprire ferite mai chiuse e che in Spagna sembrano davvero non doversi mai cicatrizzare. Anche perché, nella migliore delle ipotesi, se ancora esistono superstiti che hanno partecipato a quegli attacchi, come minimo saranno ultracentenaria. Il problema è che, un po’ come avviene per la Resistenza in Italia, la politica spagnola non ha mai avuto una vera pacificazione.

Il cosiddetto “pacto del olvido”, il “patto della dimenticanza”, siglato dalle istituzioni spagnole dopo il franchismo, non è riuscito a placare l’odio fra le fazioni, e nonostante il passare degli anni, ormai ottanta, la questione dei massacri nella guerra Civile non è mai stata del tutto risolta. Da una parte e dall’altra c’è ancora la gara a chi accusa l’altro di aver compiuto i delitti più orrendi, quando in realtà tutte le parti in causa hanno commesso veri e propri crimini di guerra.

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