Spagna, il governo delle sinistre vuole nove milioni di immigrati

Sarebbero "necessari nei prossimi tre decenni per mantenere il livello del mercato del lavoro". La replica del leader di Vox, Santiago Abascal: "Arrivano da Paesi dove maltrattano e lapidano donne"

Spagna, il governo delle sinistre vuole nove milioni di immigrati

In Spagna un ministro del neo governo rosso-viola, guidato da Pedro Sanchez, ha chiesto di accogliere nei prossimi anni 8-9 milioni di immigrati.

Secondo José Luis Escrivá Belmonte, il 59enne ministro per la Sicurezza sociale, inclusione e migranti, la Spagna deve attrarre "milioni e milioni di immigrati", lavoratori stranieri che sarebbero "necessari nei prossimi tre decenni per mantenere il livello del mercato del lavoro". Per Escrivá, in carica dal 13 gennaio, solo così si eviterà la "giapponesizzazione" dell’economia spagnola ma, ha aggiunto, "dovremo spiegarlo alla società".

José Luis Escrivá, un economista indipendente indicato dal Psoe, uno dei partiti della coalizione di sinistra al governo - insieme a Podemos, al Partit dels Socialistes de Catalunya e alla sinistra radicale di Izquierda Unida - ha affrontato l’argomento nel corso di un forum ministeriale sulla migrazione e l'integrazione, curato dall’Ocse e tenutosi a Parigi, durante il quale ha incontrato governanti del Canada (la viceministro all'immigrazione Catrina Tapley), della Costa Rica (la viceministro al lavoro e alla previdenza sociale Natalia Álvarez), della Svezia (la ministro all'Occupazione Eva Nordmark) e la commissaria agli affari interni della commissione Von der Leyen, la svedese Ylva Johannsson.

Secondo l’economista-ministro Escrivá, la Spagna non può permettersi l'accettazione passiva dell'invecchiamento demografico, come fatto dal Giappone, senza l'adozione di misure che aprano all'immigrazione o a politiche di promozione della nascita. Alla domanda se ciò non implica un rischio di squilibrio per il mercato del lavoro stesso, Escrivà ha risposto che dipende dall'orizzonte che verrà considerato. "Ciò che è necessaria è una prospettiva a medio termine e una pedagogia adeguata", mentre a breve termine la cosa più importante nella politica di immigrazione, secondo Escrivá, è "cooperare con i paesi di origine".

Ad Escrivá, che ha lavorato a lungo presso la Banca di Spagna e, in Europa, da consulente, ha partecipato in prima persona al processo di integrazione monetaria (arrivando a ricoprire la carica di capo della divisione politica monetaria della Banca centrale europea), ha risposto immediatamente Santiago Abascal, il leader del partito di destra Vox.

Su Twitter il quarantatreenne Abascal ha scritto: "mi chiedo quanto sia compatibile portare ‘milioni e milioni’ di immigrati da paesi in cui le donne vengono maltrattate e lapidate, con la sinistra che pontifica sugli spagnoli dicendo: ‘se un uomo non riceve educazione femminista dall'infanzia è un potenziale stupratore’".

Il leader di Vox, che più volte ha spiegato di volere difendere il patrimonio cattolico spagnolo dal laicismo, era stato critico contro il governo Sanchez 2 già nel corso del suo intervento in occasione della sessione di investitura del nuovo governo.

La preoccupazione di Abascal, ma anche di una parte dei vescovi cattolici, e del Partito Popolare di Pablo Casado Blanco, è legata alle probabili prossime aperture del governo delle sinistre spagnole a numerose modifiche che apriranno ulteriormente le maglie dell'aborto, del suicidio assistito e dell'eutanasia, della fecondazione artificiale e dell'adozione per le coppie dello stesso sesso e per i single, del riconoscimento dei diritti "umani" agli animali, e dell’accettazione integrale delle "agende" del femminismo radicale, dei gruppi Lgbtq+ (che premono per la diffusione dell'ideologia gender nelle scuole) e dei "potentati" che anche in Spagna condizionano l'economia.

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