Cinquecento vent'anni dopo la fine della Reconquista, parte degli spagnoli torna a vivere sotto l'egida della sharia. I musulmani che non accettano la giustizia dei tribunali degli "infedeli" si stanno creando una propria rete di diritto islamico, che propagandi i valori dell'islam nel totale disprezzo delle leggi dello Stato.
Un rapporto dei servizi segreti di Madrid, riporta El Mundo, rivela come in Catalogna alcune cellule islamiste radicali stiano formando dei tribunali della legge islamica clandestini e unità di polizia musulmana per giudicare i musulmani che non si comportano in modo conforme ai dettami dell'islam. Nella regione di Barcellona - tra i territori più radicalizzati di Spagna insieme alle due enclaves in terra d'Africa di Ceuta e Melilla - gli estremisti islamici "cercano di imporre le proprie leggi" e "hanno formato delle unità di polizia religiosa".
I fondamentalisti si organizzano in cellule pronte a segnalare i membri della comunità islamica che non si comportano in modo conforme alla legge islamica, ricorrendo a intimidazione e violenze. I musulmani più ortodossi pretendono di imporre la propria ideologia in termini di abbigliamento, ordine e decoro: gli uomini devono sempre mostrare la barba e le famiglie educare i figli nella fede islamica più rigorosa. Per chi trasgredisce, minacce e isolamento, non senza episodi di aggressione fisica.
Le prime unità di "polizia islamica" sono nate nella città di Lleida, ma ora gli episodi di "giustizia parallela" si ripetono sempre più frequenti in diverse città della comunità autonoma catalana. A Lleida una donna marocchina è stata processata dopo che aveva stabilito una relazione con un ragazzo occidentale: la giovane è stata condannata a morte per lapidazione, ma per fortuna il tentativo è stato sventato in tempo.
Gli analisti spagnoli hanno rilevato come il rischio maggiore di radicalizzazione sussista sopratutto per i musulmani di "seconda generazione", generalmente meno indigenti dei propri padri, meno istruiti e alle prese con i problemi pratici legati alla sopravvivenza. Ora, invece, gli immigrati di seconda generazione "superati i problemi che si posero ai loro genitori, sono più inclini a lasciarsi influenzare dalle tesi generate negli ambienti islamisti, rivendicative dell'identità musulmana e favorevoli ad un'autosegregazione rispetto al resto della società".
La comunità islamica catalana, proseguono gli esperti dell'intelligence, è stata esposta per anni al pericolo di una radicalizzazione diffusa da una rete di moschee estese su tutte le province: "Il progressivo sdoganamento di questa ideologia estremista,
congiunta a un significativo aumento della popolazione musulmana, sta causando episodi di imposizione violenta della legge islamica, tensioni e conflitti che, ai ritmi attuali, porteranno a fratture sociali anche violente".
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