Referendum indipendenza in Catalogna

Re Felipe condanna la Catalogna. Barcellona: "Parole indegne"

Il monarca condanna le autorità di Barcellona. "Noi crediamo nella Spagna"

Re Felipe condanna la Catalogna. Barcellona: "Parole indegne"

"Le autorità della Catalogna hanno violato la Costituzione e lo statuto dell'autonomia". Ha rotto il silenzio questa sera re Felipe VI di Spagna, e lo ha fatto per ribadire di ritenere che la parte in torto, nella questione del referendum sull'indipendenza tenutosi l'1 ottobre, non sia Madrid, ma piuttosto il governo locale.

Un discorso atteso, quello del monarca, che non parlava da giorni e che ha detto ai suoi concittadini che la Spagna sta "vivendo un momento molto grave" della sua "vita democratica". "Riusciremo ad andare avanti perché crediamo nel nostro paese", ha aggiunto, parlando del "desiderio di tutti gli spagnoli di convivere in pace e libertà".

Nelle parole del re è mancata una condanna per le immagini emerse dopo il referendum su episodi violenza che hanno riguardato la polizia e i manifestanti. I "legittimi poteri dello Stato" - ha detto - devono assicurare "l'ordine costituzionale", la "vigenza dello Stato di diritto e l'autogoverno della Catalogna, basato sulla Costituzione e sullo Statuto dell'Autonomia".

Proprio la violenza ha portato i catalani, fino a 300mila secondo i calcoli della polizia municipale, sono tornati ad occupare piazze e strade, in protesta. dopo che centinaia di persone sono rimaste ferite nel giorno del voto. "Slealtà intollerabile", ha definito il comportamento delle autorità locali il re, che accusa di "condotta irresponsabile".

"Nessuna soluzione. Nessun riferimento ai feriti. Nessun appello al dialogo. Discorso irresponsabile e indegno di un capo di Stato".

Lo ha scritto la sindaca di Barcellona, Ada Colau, commentando il discorso del re Felipe VI a proposito del referendum in Catalogna.

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